Un sogno a tre lettere. Ma qui le tre lettere sono due. Da una parte la disciplina sportiva: MMA. Dall’altra l’Arena mondiale, UFC.
E se la prima “triade” è abbastanza (abbastanza) abbordabile, cioè, con un grande impegno, si può diventare praticanti di MMA, la seconda, cioè UFC è una cosa decisamente più difficile.
UFC è la Federazione Americana (ma, di fatto, mondiale) che annovera i più grandi combattenti del Mondo.
E’ già dura entrare. Poi, una volta dentro, bisogna portare a casa risultati, sennò puoi essere estromesso dal giro.
Ovviamente la contropartita di un regolamento così “spietato” è un contratto sostanzioso, una grandissima visibilità, generata da eventi davvero spettacolari.
Essendo UFC una “selection” mondiale, attrae atleti da tutto il mondo e delle scuole più prestigiose, come quella statunitense, russa o brasiliana, solo per citarne alcune.
L’Italia ha portato diversi fighter nella gabbia UFC, con grande merito peraltro, vista la (ancora) scarsa considerazione del grande pubblico e degli sponsor verso questa disciplina.
Tra questi spiccano i nomi di Sakara e Vettori che hanno ottimamente figurato.
Tra le “new entry” di questo sport spicca certamente il nome di Danilo Belluardo. Lombardo di adozione e siciliano orginario di Marsala.
Corporatura robusta, tratti mediterranei, fortissimo fisicamente, ma anche molto tecnico. E’ un lottatore, come base, ma si esprime molto bene anche con i calci e con una boxe appositamente studiata per le MMA.
Pur nella sua giovane età ha già in saccoccia un Titolo FFC e numerose vittorie.
Le ultime, 5 consecutive, hanno fatto scattare l’interesse da parte di un Manager legato ad UFC e il prossimo incontro, se confermato come esito positivo, dovrebbe finalmente aprire le porte a Belluardo per il suo sogno a tre lettere…il sogno UFC.
Danilo, che momento stai vivendo?. Ti senti pronto per il grande salto? La tua e’ una maturazione tecnica e fisica o mentale?:
“Si, mi sento pronto. La maturazione è su tutti i fronti, ma quello mentale è forse quello più importante. E’ legato alla condizione fisica e a quella tecnica, ma, per certi versi, è anche il motore di queste due cose. La maturazione di un atleta dipende dalla gestione, con la testa appunto, del suo potenziale, in modo da averlo pronto durante il match.”
Che match sarà?:
“Certamente impegnativo. Nelle MMA se vuoi salire di livello, sale anche quello degli avversari. Ma sono sereno e affronto la competizione consapevole dei miei mezzi. Sono molto determinato a fare bene e dare il massimo. Sono carico sia per l’obbiettivo che ho di fronte, ma anche per la partecipazione delle persone che mi sono vicine. Davvero mi riempie il cuore vedere ogni giorno qualche piccola cosa. Il messaggio sui social dell’appassionato. La pacca sulla spalla del conoscente per strada che ti incoraggia a dare tutto. La grinta degli amici che ti caricano. Queste cose ti danno una marcia in più. Darò tutto al 101 %. Non deluderò la mia gente. E farò di tutto per portarla con me in UFC, se avrò l’onore di farcela. Ma quello che è sicuro è che ogni secondo, ogni istante di questo match, sarà vissuto con la massima intensità da parte mia”.
Lo stai preparando in modo specifico o ti alleni in modo generale?:
“La preparazione per le MMA è sempre un po’ specifica e un po’ generale, perché così sono le MMA. Ovviamente si lavora sulle proprie caratteristiche, che ci sono, e su quelle dell’avversario, ma il match è sempre imprevedibile e ciò che conta, come detto prima, è esserci davvero con la testa. Si vince in tanti modi, ma la via la trovi vivendo l’incontro, come ho detto, in ogni secondo e in ogni istante. Tu dirigi il match e il match dirige te. Capire il momento giusto tra queste due cose è la via per trovare le occasioni per vincere. Questo sono le MMA. E, in fondo, questo è lo Sport.”
Cosa pensi dello “spirito” delle arti marziali? C’è? Non c’è? Cosa è? è mentale ? è interiore? Fa la differenza?:
“Guarda. Mi fai una domanda da un milione di dollari. Io penso che ognuno abbia un po’ il suo concetto di “spirituale” e lo trova dove meglio gli riesce. E’ nella testa, è nel cuore, è nel fisico. Si, per me c’è. Ma non è una cosa che si identifica necessariamente con ciò che comunemente si può intendere per spirituale. Cmq sì, credo che le motivazioni, lo spirito di sacrificio, la voglia di mettersi in gioco così tanto, provengano da qualcosa di molto profondo ed interiore. Nel mio caso credo sia proprio l’amore per questo sport. Io lo amo profondamente perché mi permette di esprimermi al massimo di quello che sono. E poi c’è il sogno a tre lettere… . Voglio davvero che diventi realtà, e ringrazio tutti quelli che mi stanno seguendo in questa avventura. In particolar modo il Coach Filippo Stabile del Team Stabile, Iridium Sport Agency e Superbia Management, oltre a Renato Subotich.”
intervista a cura di Luca Limoli