La pista elettrica per le macchinine. Quella di plastica con i “binari” di alluminio e le automobiline dotate di “spazzole” per aspirare la corrente elettrica. E poi il manettino per guidare… . Quanti avranno scartato la scatola sotto l’albero di Natale per poi iniziare l’opera di montaggio? . Tanti. Tantissimi. Ce ne sono di diversi tipi e marche, ma la più famosa ed ambita è la storica “Pòlistyl”. Pezzo per pezzo si può costruire il tracciato che si vuole, ed ecco che c’è qualcuno che l’ha proprio pensata in grande.
Lui è Nicola Pavesi. Nell’ormai lontano 1997 inaugurava infatti il primo “Kaimano slot-car club”. Slot-car è la denominazione ufficiale per questo tipo di modellismo.
Al Kaimano giravano tanti ragazzi. Era in zona Sorrisole. 40 m circa di pista, a 4 corsie, campionato ufficiale e tante risate. Continua… .
Nicola si è dato anima e corpo in quegli anni. Ma, come spesso avviene, la gente si esalta, compra tutto, ma poi si perde per strada. E Nicola resta solo.
“Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare” si recitava in un film, e Pavesi sembra conoscere infatti bene quella massima.
Non si dà per vinto e nel 2004 riesce a riformare un gruppo. Il Kaimano “II”. Questa volta la pista è ad Almè, ed è ancora più grande della precedente. Circa 47 metri. I compagni di viaggio di questa rinascita sono quanto di meglio si poteva trovare “sul mercato”. La casualità ha fatto emergere infatti, improvvisamente, un “antico” gruppo di patiti, che già negli anni 80, molto prima di Nicola Pavesi, aveva una grande pista dove si praticava lo slot-car.
Erano quelli del “Barracuda”. Si parla di quasi 30 anni fa. I “mostri sacri” del Barracuda, le guide spirituali del gruppo sono due : Roberto Scandella e Massimo Masserini ( neo vincitore del Campionato del Mondo di wind-surf ,e volto noti negli ambienti motoristici bergamaschi).
Tra “Kaimano” e “Barracuda” non può che essere amore a prima vista. Ben presto i tre “guru” riescono infatti a raccogliere seguaci. Quasi una ventina. Appuntamento ogni giovedì sera. Un gruppo di amici. Ma in gara non vola una mosca.
Si perché lo slot-car è passione pura. E’ tutto in piccolo, ma c’è tutto quello che c’è in grande. Motori ad alte prestazioni, gomme speciali, assetti, qualifiche, computer, fotocellule, e pure uno storico frigo bar.
E la gara coinvolge sempre tutti. Le macchinine infatti spesso escono dal binario per la velocità in curva, ed ecco che lì i “commissari” (i presenti che non competono in quel momento) devono prontamente intervenire per rimettere l’auto in pista, a mò di “pit-stop” della Formula Uno.
Insomma vince il più bravo a sistemare il mezzo, a dosare il “gas” e a restare concentrato, ma soprattutto vince una grande passione per il gioco e per il “racing”.
E soprattutto per la compagnia… .
Nicola Pavesi è anche un esperto di grafica, e sul suo sito www.kaimano.net, c’è tutto e di più sulla storia e la vita dei “Kaimani”.
C’è anche un ricordo che si perde nella notte dei tempi…una mitica pista leggendaria, targata addirittura anni ’70, a Bergamo.
Loro probabilmente sono stati i “Padri fondatori” del fenomeno. Non si sa bene chi sono e dove siano ora. Ma, se sono ancora “in pista”, gli conviene fare un giro ad Almè dove girano Kaimani e Barracuda. Che forse siano gli “Squali” ? o i “Piragna”? . Chissà.
Sicuro è che quella voglia di “mordere” dura da 40 anni, e sembra avere ancora fame di giri veloci.