SCI. ANTONIO NORIS COMMENTA LE IMPRESE DI GOGGIA E MOIOLI. IL VALORE DELL’INTERDISCIPLINARIETA’

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“La Goggia del Goggi”. Sembra un gioco di parole, ma è un po’ così. Si perché Sofia Goggia, la Star dello Sci italiano, capace di imporsi alle Olimpiadi e in Coppa del Mondo, ha militato nello storico e rinomato “Sci Club Goggi” di Bergamo per ben 7 anni (dagli 8 ai 13), presieduto da Gherardo Noris, e con il figlio Antonio Noris sempre in prima linea nell’Organizzazione.

La “Dinastia” sciistica dei Noris è un fatto assodato, nel mondo dello sci orobico. “La Valanga Rossa” l’avevamo definita qualche anno fa in un articolo. Il “Fil Rouge” l’avevano intitolato loro direttamente, tempo dopo. Il leggendario Gustav Thoeni ne è Presidente Onorario.

Fatto sta che quella dei Noris, Ingegnieri Noris per l’esattezza (trattasi di una tradizione storica che parte dall’800, sempre nel ramo ingegnieristico), lo Sci Club Goggi appunto, è una delle tante belle realtà sportive bergamasche, dove si fanno le cose con passione, con spirito di gruppo, e con grande vocazione educativa.

I “Pilastri” dello Sport.. così li definiva anni fa sempre Antonio Noris, quando ben spiegava il senso della pratica sportiva come formativa della persona.

E, guarda caso, pochi anni dopo sono arrivati questi risultati eclatanti che premiano il mondo dello Sci Bergamasco.

Quale è il commento “a caldo”?:

“Dietro a vittorie così importanti vi è certamente un lavoro intenso, appassionato, che si unisce alle altissime personalità di queste atlete. Giovanissime. Fortissime. E pertanto in grado di confermare questi livelli per molto tempo.

Credo che tutto questo dimostri che la macchina dello Sci bergamasco funziona bene, ed è certamente motivo di grande orgoglio per tutto il Movimento. La presenza anche di Sofia Belingheri, atleta bergamasca di spicco, nella formazione nazionale, è un ulteriore indice certo della bontà del lavoro che si fa qui dalle nostre parti.”

C’è un segreto dietro a tutto questo?:

“Segreti direi di no. Risultati del genere nascono da un programmazione oculata, e dalle doti caratteriali degli atleti, ma se si vuole mettere in evidenza un punto di forza del nostro Sci, credo che la parola-chiave sia “Volontariato”.  Penso infatti a tutte le persone che partecipano attivamente alla vita degli Sci Club, dedicando tempo e impegno per la pura passione. Questo è uno dei “pilastri” della cultura e della storia bergamasca in generale e , tradotto nello sport, si è rivelata , secondo me, la carta vincente. Volontariato richiama il concetto di volontà diretta. Voglia di fare bene per il piacere di farlo. “

Una grande affermazione anche nello Snow Board con l’immensa Moioli, come si può commentare? :

“Io penso che le linee dello sport, come quelle delle sciate, si devono intersecare. Questa doppia vittoria in qualche modo dimostra questo: il valore dell’INTERDISCIPLINARIETA’. Le specialità non devono essere separate da “recinzioni” tecniche o concettuali. Credo che gli atleti di una disciplina possano imparare dall’altra disciplina e viceversa… . Piccoli particolari, aspetti sottili… . E poi non bisogna dimenticarsi mai di una cosa. Che il nostro terreno è quello, la neve. E la neve è quella… . E sempre con lei ci dobbiamo confrontare. Quindi ben venga ogni cosa che possa accrescere questa sensibilità sportiva, con evidenti vantaggi per tutti…”.

E se si pensa agli allenamenti di Valentino Rossi nel fuoristrada, si può comprendere il senso delle parole di Antonio Noris.

 

Foto e intervista a cura di: Luca Limoli

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