BERGAMO, 28 giugno – La gatta di casa, alias Alejandro Gomez, non c’è. È a Ibiza a coccolarsi in spiaggia l’amicone e cavallo di ritorno (salvo contrordine) Marten de Roon, prossimo colpo nerazzurro insieme a Thomas Foket e a José Palomino. I topi ballano per lui, promuovendogli alla grande l’attività collaterale in cui l’idolo della Bergamo pane & pallone ha messo nome e faccia. Perform Sport Medical Center chiude con due ore free di X training e aperitivo – insieme a MelaVerdeBio, Franciacorta brut Pavò e Garage Food di Ciserano – la prima stagione, inaugurata il 10 ottobre scorso, promettendo di bissare il successo di centro all inclusive alla portata di atleti e aficionados dell’attività sportiva in sé: «I nostri punti di forza sono l’immagine, assicurata dal Papu, la competenza, potendo offrire la consulenza di specialisti dal personal trainer fino al nutrizionista, e infine le relazioni, perché per noi i clienti sono persone con le loro esigenze e non numeri da inserire alla voce iscritti». Francesco Vaccariello, socio della palestra alla Malpensata – frutto dell’idea del fantasista e bomber dell’Atalanta – nonché responsabile dell’area fisica di Zingonia, enuclea la triade su cui è stata edificata una realtà dalle cifre già eclatanti: «Gli habitué sono centocinquanta, il bacino d’utenza di frequentatori è sui cinquecento – spiega Vaccariello, un’istituzione nel campo della preparazione atletica -. Siamo una realtà di nicchia, non proponiamo corsi predefiniti ma pacchetti ad hoc centrati sui bisogni individuali. Però pensiamo di espanderci in altre città, ci servono testimonial carismatici come il Papu».
Non solo influencer e amici nel dorato mondo del calcio. Come Francesca Ruggeri, figlia del compianto Ivan, a lungo dirigente del club più amato all’ombra delle Orobie. Intorno a Perform gravitano anche tennisti come il padovano Riccardo Roberto, classe ‘97, una promessa in attesa di sboccio: «Mi alleno tuttora a Zingonia cinque giorni alla settimana insieme ad Andrea Arnaboldi sotto la direzione del tecnico federale Fabrizio Albani, che allena anche Paolo Lorenzi, il numero 33 al mondo». Dal ciclismo si torna alla base fondante, la disciplina con la sfera tra i piedi, per un rendez-vous con una promessa che con la Città dei Mille non ha intenzione di tagliare il cordone ombelicale: «Sono uno dei tanti calciatori che ha scelto di fare il pre-ritiro qui, a Bergamo ci torno con piacere, soprattutto adesso che l’Atalanta è in Europa – sorride Mario Pugliese, prodotto del settore giovanile -. Ho un contratto fino al 2020, finora a livello pro sono sempre stato in prestito (tranne nel 2-0 di Coppa Italia al Sassuolo, il 4 dicembre 2013, con assist per il gol apripista di Koné, NdR) ma ovviamente l’obiettivo è quello di aggregarmi prima o poi alla prima squadra».
Se il jolly del centrocampo classe ‘96, prossimo al parcheggio alla Pro Vercelli in B dopo gli anni tra Carpi, Arezzo e Pro Piacenza, ha un sogno a occhi aperti («Sono contento per Caldara e Grassi, ex compagni nella Primavera che hanno tagliato un traguardo impensabile»), rievocare atmosfere continentali tocca a un big degli Anni Novanta come il direttore sportivo del Renate Oscar Magoni, che giocò due Coppe Uefa di fila alla fine del secolo scorso giungendo il primo anno tramite Intertoto fino alle semifinali col Marsiglia. In maglia Bologna, però. Con Carletto Mazzone e poi l’avvicendamento Buso-Guidolin in panca. Tra i compagni, Massimo Paganin, Boselli, Antonioli, Pagliuca, Paramatti, Nervo, Marocchi, Shalimov, Ingesson, Kolyvanov e Beppe Signori: «Il paragone con i nerazzurri attuali è possibile perché anche quello tranne poche eccezioni era un organico pieno di neofiti – puntualizza il mediano grinta & fosforo che fu -. Giocare le coppe è un concentrato di emozioni che brucia molte energie e Gasperini dovrà stare attento, perché in campionato i giovedì sera si pagano. I rossoblù erano nei loro anni d’oro, l’Atalanta deve riconfermarsi». E intanto presta i gioielli della cantera ai brianzoli in Lega Pro: «Palma dovrebbe rimanere, c’è un Lunetta in più davanti. L’anno scorso avevamo anche Merelli e Mora. Renate con quattromila abitanti è la realtà più piccola della categoria, ma abbiamo tante idee e siamo reduci da un ottimo ottavo posto».
Chiosa doverosa per gli altri ras di stanza in via Furietti al netto del Papu e di Esteban Ferrer (l’ideatore del programma “Potencialmente”, applicabile a ogni tipo di preparazione), i grandi assenti. Parola a Giacomo Milesi, rieducatore funzionale che ricopre il ruolo di responsabile d’area anche nel vivaio atalantino: «X training è la metodologia d’allenamento proposta in forma libera ai nostri ospiti prima di salutarli con un brindisi, qualcosa che condensa l’ideologia di fondo dell’offerta di Perform: un circuito basato sul controllo motorio, anche svincolato dall’uso dell’attrezzatura, inserito in una struttura qualitativa che punta sia all’alta performance sia al benessere». Infine, senza scordarsi di citare gli altri guru della tana del Papu, l’osteopata Emilio Caputo, il responsabile sanitario (capo dei medici anche della Dea) Paolo Amaddeo, il nutrizionista Andrea Pedrocchi e la posturologa Chiara Perletti, ecco il supervisore-consulente-”mental trainer” Emanuele Arioli: «Spero che la pre-preparazione porti bene agli atleti professionisti che si rivolgono a noi, una trentina in tutto, con Pugliese e Valerio Nava che cominciano tra breve. L’anno scorso, ancora prima di inaugurare Perform, tra Mozzo e la Sardegna avevamo iniziato con il Papu stesso, Caldara e altri. E siamo in Europa League, un motivo d’orgoglio anche per noi. Grazie alla convenzione con l’Azzano Fiorente Grassobbio, possiamo utilizzare allo scopo il centro sportivo di Azzano San Paolo dotato di pista d’atletica».
servizio a cura di: Simone Fornoni