Nazareno Lombardi, da molti anni allenatore di basket di diverse squadre bergamasche, quest’anno è reduce dalla sua prima esperienza da Capo Allenatore della Nazionale italiana Under 14 femminile che ha appena conquistato un bellissimo terzo posto nel Torneo BAM in Slovenia; dopo aver l’anno scorso ricoperto il ruolo di assistente della Nazionale italiana Under 17. Coach Lombardi, originario di Trescore Balneario, vanta una grande esperienza nei campionati senior dato che ha guidato negli ultimi 6 anni la prima squadra di Albino portandola dalla B regionale all’A2. Da diversi anni é l’head coach del Centro Tecnico Federale Lombardia e guida le rappresentative della Lombardia nel Trofeo delle Regioni.
1) Dopo anni alla guida della selezione regionale Lombardia e dopo la convocazione della scorsa estate come assistente alla nazionale under17, quest’anno ha ricevuto la convocazione come head coach della nazionale Under 14 quale é stata la prima reazione alla notizia della convocazione?
Ero appena rientrato da Madrid, dove avevo assistito con mia moglie alle finali di Eurolega, quando ho ricevuto la chiamata del responsabile del Settore Squadre Nazionali che mi ha comunicato la nomina. L’emozione è stata molta. Vestire la maglia Azzurra è motivo di orgoglio e anche di responsabilità . L’incarico è arrivato al termine di una bellissima stagione. Una salvezza al primo anno da neo promosse e con largo anticipo in serie A2, un secondo posto al Trofeo delle Regioni con la Lombardia dove mi hanno premiato come miglior coach della manifestazione, insomma è stata davvero la ciliegina sulla torta e non lo nascondo il coronamento di un sogno che avevo.
2) Come cambia il lavoro in una nazionale rispetto al lavoro con una squadra di club?
E’ un lavoro profondamente diverso. Innanzitutto c’è la parte di selezione. Ho scelto 16 ragazze girando praticamente tutta l’Italia tra Tornei, Finali Nazionali per visionarne il più possibile. Ho parlato con gli allenatori dei club e delle selezioni regionali. Scelte le 16 ragazze si parte per il raduno. La mole di lavoro in un raduno nazionale non è paragonabile con quanto si fa con il club. Gli allenamenti sono due al giorno, hai un palazzetto e molto materiale a disposizione, si dà grandissima importanza al lavoro fisico. Avevo uno staff con preparatrice atletica, due assistenti più lo staff medico. Insomma bisogna organizzare il tutto al meglio. Le giocatrici erano alla loro prima esperienza in un raduno del genere. Diciamo che bisogna avere sotto controllo ogni aspetto, da quello tecnico all’alimentazione al riposo, preparare i video e gli allenamenti per il giorno dopo. La giornata è sempre molto piena.
3) Cosa cambia nell’allenare una squadra senior ed una giovanile?
Per quanto mi riguarda non ho due atteggiamenti diversi tra senior e giovanile. Sicuramente con una squadra senior, soprattutto in un campionato come la a2, bisogna lavorare molto sulla preparazione delle partite e gli adeguamenti tattici. Con un gruppo di giocatrici così giovani come in un Under 14 bisogna lavorare sempre per obiettivi e non per risultati. Creare una squadra in 11 giorni di raduno è davvero difficile, anche se la mole di lavoro che si può fare durante un raduno di 11 giorni è paragonabile a quello che si fa in 2 mesi in un club. Non si hanno pause e le giocatrici hanno per la prima volta provato cosa vuol dire essere atlete prima e in particolare giocatrici di pallacanestro.
4) Quali erano gli obiettivi del raduno?
Diciamo che essendo l’under 14 la prima nazionale l’obiettivo è di far migliorare le giocatrici. Per 11 giorni hanno vissuto da giocatrici ed hanno avuto la possibilità di lavorare in un contesto di alta qualità . Allo stesso tempo lo staff al completo deve continuare a lavorare per capire chi sono le 12 giocatrici
(solo 12 su 16 infatti partono per il Trofeo) che devono formare la Nazionale Italiana. Miglioramento individuale e formazione di un gruppo con una forte identità di squadra, direi che questi sono stati i due obiettivi che mi sono posto.
5) Quale é l’aspetto più difficile da affrontare in un raduno con la nazionale?
Ci sono molti aspetti complicati in un raduno, come dicevo prima bisogna avere sotto controllo ogni cosa, coordinare lo staff, organizzare le giornate capendo lo stato di salute delle varie ragazze e calibrare di conseguenza il lavoro. Non solo, personalmente uno degli aspetti più difficili è la lontananza da casa. Stare via per venti giorni lasciando mia moglie e mio figlio di 10 mesi a casa è complicato. Fortunatamente mi sono sempre vicini e sono i miei primi tifosi. Vestire la maglia Azzurra è un orgoglio anche per loro e questo è un punto di forza che mi porto sempre dietro. 6) Dopo undici giorni di raduno con la squadra U14 avete partecipato al torneo BAM in Slovenia, come é stato affrontare il torneo e cosa ha pensato quando si é reso conto che il podio era fattibile, visto che avete raggiunto un inaspettato terzo posto?
Diciamo che è stata un’esperienza molto importante. Confrontarsi contro realtà di tutta Europa come Spagna, Ungheria, Polonia, Croazia, Israele e Slovenia è stato bellissimo. Abbiamo affrontato il torneo con il giusto spirito, voglia di fare risultato ma soprattutto di migliorare e crescere e così è stato. Il tutto si è coronato con la vittoria contro l’Ungheria all’ultimo secondo, una squadra che si può considerare una vera corazzata e che abbiamo giocato in modo quasi perfetto. Vinta questa partita la squadra si è resa conto di poter tenere il campo con tutte le avversarie e così è stato per 5 giorni abbiamo dato il massimo per onorare il lavoro che avevamo svolto e la maglia Azzurra e le 4 vittorie su 6 partite sono stato il coronamento di tutto questo lavoro. 7) Si ritiene soddisfatto del lavoro che ha svolto in questa esperienza? cosa le é piaciuto di più?
Mi ritengo molto soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto al di là del terzo posto. Abbiamo davvero sfruttato ogni secondo per far crescere queste giovani giocatrici e far capire loro cosa vuol dire affrontare un raduno del genere. Abbiamo lavorato benissimo a livello di staff e penso che tutte le componenti siano andate a casa stanche ma molto soddisfatte dell’esperienza. Cosa mi è piaciuto di più? Mi porto a casa un ricordo bellissimo, un momento davvero inaspettato, che rappresenta per me il vero spirito dello sport. Terminata la partita con l’Ungheria, mentre io e il mio assistente allenatore stavamo uscendo dal palazzetto, ci siamo trovati davanti la squadra della Spagna, poi vincitrice del torneo, e della Slovenia che si sono schierate per applaudirci e darci il 5, non solo, abbiamo ricevuto i complimenti da parte di tutti i coach delle altre nazionali, Ungheria compresa. Penso che questo sia il bello dello sport e soprattutto ricordi che ti porti dietro per sempre.
8) Obiettivi per il futuro?
È sempre difficile darsi degli obiettivi. Ritengo sia importante lavorare sempre mantenere il giusto spirito e la giusta umiltà . L’anno prossimo riparto con un nuovo incarico da allenatore in un club nuovo, il Basket Biassono con un gruppo giovanissimo. Continuo come allenatore del Centro Tecnico Lombardia e spero ovviamente di continuare la mia esperienza con il Settore Squadre Nazionali. Ovviamente l’ambizione c’è magari di arrivare prima o poi a condurre una nazionale ad un Campionato Europeo. Sognare non costa e quindi perché no!
D.B.