L’auditorium dell’Istituto Imiberg è gremito di gente la sera dell’11 aprile, perché sul palco sta per fare il suo ingresso la campionessa olimpica di snowboard cross che ha vinto le Olimpiadi 2018 di PyeongChang, la bergamasca Michela Moioli. Uno scroscio di applausi travolge la platea quando fa il suo ingresso la ragazza di Alzano Lombardo, cresciuta tra le montagne di Colere, tra un allenamento e l’altro. La commozione è tanta ed essere arrivati fino al podio e trovarsi ora di fronte a centinaia di studenti a raccontare la propria esperienza è qualcosa che non ha prezzo. Ma come si diventa Michela Moioli? Questa è la domanda che un po’ tutti vorremmo porci dopo l’importante traguardo raggiunto dalla nostra connazionale:
“Lo snowboard cross è sempre stato la mia più grande passione”, commenta la campionessa “All’inizio è stato un percorso molto difficile perché conciliare scuola e allenamenti non è stato facile e gli insegnanti non erano sempre dalla mia parte, anzi. Dopo le vacanze invernali ecco fioccare i brutti voti a scuola perché non avevo tempo di preparare le diverse materie a causa degli allenamenti. Se avessi frequentato un liceo che dà spazio allo sport come questo ,sicuramente sarebbe stato più facile ma va bene lo stesso”. La voglia di essere vincente, di .impegnarsi per arrivare al traguardo e riuscire ad essere al top è sempre stata una caratteristica peculiare di Michela: “Sì, è vero”, continua: “Ho sempre desiderato essere brava qualunque cosa facessi, nello sport ma anche nella vita e ciò mi ha aiutato ad arrivare dove sono adesso”. Sicuramente di sport la nostra campionessa, prima di trovare quello giusto a cui dedicarsi con tutta sé stessa, ne ha provati parecchi, dal calcio, al lancio del disco, allo sci, senza farsi mancare nulla:
“Ne ho provati parecchi finché lo snowboard cross non mi è entrato nel cuore. Devo dire che tentare di conciliare scuola e sport mi ha aiutata ad organizzare anche la mia vita, a programmarla”. Alzarsi presto la mattina, soprattutto durante le vacanze invernali, per andare in montagna ad allenarsi, non è un sacrificio per la nostra promettente campionessa. Un giorno del 2014, però, durante la finale olimpica di Sochi, riporta la rottura del crociato sinistro e da quel giorno in poi sono 4 anni duri per la ragazza di Alzano, che però non si dà per vinta e supera il periodo di riabilitazione senza perdersi d’animo. “Non ho mai pensato neanche per un momento di smettere”, racconta Michela. “Appena mi sono ripresa ho infatti continuato ad allenarmi in vista delle Olimpiadi”. Un’atleta dotata di grande tenacia Michela Moioli, che svela come la famiglia le sia sempre stata accanto anche nei momenti difficili. “Mio padre Giancarlo è sempre stato molto disponibile, infatti posso considerarlo a tutti gli effetti il mio primo sostegno nello sport”. All’età di soli 2-3 anni, infatti, la piccola Michela frequenta spesso la montagna con la sua famiglia, che tutte le domeniche va a sciare, trasmettendole questa passione e più tardi quella per lo snowboard cross. “I miei non mi hanno mai messo i bastoni tra le ruote, anzi, quando ho partecipato alle Olimpiadi perdendo l’ultimo anno di scuola, la maturità, mia madre mi ha rassicurata dicendomi che avrei recuperato l’anno successivo, suggerendomi di vivere quel magico momento che non capita tutti i giorni e a chiunque”. Così Michela diviene una grande atleta, riuscendo facilmente a superare anche i momenti di difficoltà e imparando a gestire l’ansia nelle gare più importanti, grazie all’aiuto della sua psicologa sportiva Lucia Bocchi. “Prima, proprio a causa dell’ansia che mi assaliva, non volevo che i miei familiari assistessero alle gare, mentre adesso, come è successo durante i giochi olimpici di quest’anno, in Corea, volevo che ci fossero a tutti i costi, e infatti mia mamma e mia sorella sono venute a sostenermi. Ora infatti mi fa piacere averli vicino e riesco a divertirmi e a godermi anche le gare più importanti”.
Una maturazione sportiva e personale quella di Michela, che le ha permesso di “rinnamorarsi” del suo sport. Il suo sorriso, quello prima di intraprendere la discesa durante la finalissima a PyeongChang, non ce lo dimenticheremo mai. “Ho pensato che bello essere lì e trovarsi a competere la gara più importante della mia vita. Mentre le altre ragazze erano terrorizzate io sentivo che stavo andando incontro alla gara più bella che potessi disputare ed ero felice”. L’impegno, la costanza e la determinazione, le armi vincenti della nostra campionessa, che ci svela un segreto: “Quando c si impegna anche un 6 vale un 10. I miei genitori non mi hanno mai imposto di essere la più brava e proprio questo mi ha permesso di diventare la migliore”. Parola di Michela Moioli.
foto e testo a cura di: Daniela Picciolo