Buon inizio per la Dea di patron Percassi. Poi il Gubbio passa sorprendentemente in vantaggio con Bazzoffia, complice una sfortunata (e forse decisiva) deviazione di Padoìn. La formazione nerazzurra risponde da prima della classe tornando in corsa con i gol del neo acquisto Maxi Moralez e di Tiribocchi, che ringrazia il giovanotto Giacomo Bonaventura per un assist al bacio. Il Gubbio, questa nuova matricola della cadetteria, non teme però la squadra di casa, e con una doppietta di Giannetti capovolge il risultato. Colantuono getta nella mischia il giovane di belle speranze Manolo Gabbiadini, e con la sua segnatura l’Atalanta rimane in bilico sul risultato di 3-3. A questo punto ci si aspetterebbe che l’ago della bilancia pendesse dalla parte degli orobici, e invece la spuntano gli uomini di Mister Pecchia, che si fanno rivedere nel tabellino dei marcatori con la rete del 4-3 di Raggio.
Rapida e indolore, per quanto possibile, la cronaca di una serata da dimenticare, e presto, si spera. Se il pre-campionato della Dea si stava mantenendo su ritmi medi, con questa brutta battuta d’arresto l’aria in terra bergamasca si è fatta alquanto rarefatta. Ma cos’è successo a questa Atalanta, quella che ha sfondato nel precedente campionato di Serie B? Nessuno si sarebbe aspettato di uscire dalla Coppa Italia contro il piccolo Gubbio, che sicuramente ha dimostrato di avere personalità e voglia di emergere, ma non è certo un avversario irresistibile, con le sue lacune a livello tecnico,come è ipotizzabile che sia da una squadra che ha passato più della metà della sua esistenza tra i dilettanti e la restante parte, quella più recente, in Lega Pro.
C’è da dire che tra il caldo torrido di questi giorni e il terreno di gioco in pessime condizioni (si fa prima a ricordare chi non è scivolato almeno una volta, se ce n’è stato qualcuno) è stata dura mantenere ritmi di gioco elevati.
Attenuanti a parte, però, bisogna ammettere ciò che è lampante, e cioè che la retroguardia nerazzurra ha dimostrato troppo spesso di essere in difficoltà, collezionando gravi svarioni difensivi. Troppi buchi in difesa, troppo approssimative le marcature. E se si fa fatica con i vari Ciofani, Bazzoffia, Giannetti, con tutto il rispetto per questi professionisti, viene da pensare come sarà l’approccio con i nomi ben più altisonanti della massima serie.
Come quasi sempre accade, però, ci sono anche dei lati positivi da salvare. Si, perché dopotutto si potrebbe dire che c’è stata un’Atalanta che è uscita vittoriosa: ha vinto l’Atalanta dei giovani. Il nuovo arrivato Maxi Moralez, classe 1987, ha mostrato importanti doti tecniche e atletiche, svariando sulle fasce e tentando diversi affondi, e riesce anche a segnare. Abbiamo poi Giacomo Bonaventura, classe 1989, tra i migliori della partita; il centrocampista nerazzurro si sta confermando, dopo lo scorso campionato di buon livello, e per l’intero match ha dato sfoggio del suo repertorio con tentativi di cross, dribbling, e assist, tra cui quello che ha portato Tiribocchi in gol. Infine il quasi vent’enne Manolo Gabbiadini, rientrato di buona lena dal prestito al Cittadella e che è già nel giro della Nazionale italiana giovanile. Pochi minuti per lui per entrare in partita e fare la differenza, ma ha comunque trovato il tempo di firmare il terzo gol dei bergamaschi.
È da questi elementi che si deve ripartire. Inutile fare drammi, o meglio, è controproducente, almeno in questo momento, quando ancora deve iniziare la stagione e c’è bisogno di fiducia e serenità. Capita anche alle migliori squadre di prendere una partita alla leggera, e se proprio deve capitare è meglio con il Gubbio in Coppa Italia che con una diretta concorrente durante il campionato. Vediamola cosi, e andiamo avanti.
Gianluca Grasso