Nelle giornate di sabato e domenica 26 e 27 maggio 2012, Imola diventerà di nuovo il centro di un importante evento rievocativo dei Campionati Europei e Mondiali di Motocross che si svolsero nel Parco delle Acque Minerali tra il 1948 e il 1965.
ASI MOTOCROSS SHOW è la denominazione della manifestazione promossa e sostenuta dalla Federazione ASI (Automotoclub Storico Italiano) che riporterà al Parco delle Acque Minerali di Imola – sede di uno dei più famosi circuito del mondo e vera culla del motocross internazionale d’Italia – macchine e piloti per una rievocazione senza precedenti nell’ambito di questo tipo di manifestazioni revival.
Nei primi anni Cinquanta fu il motocross e l’opera tenace e appassionata di Francesco “Checco” Costa e del Moto Club Santerno a portare il nome della Città di Imola alla ribalta delle cronache internazionali. Le gloriose competizioni del Monte Castellaccio rappresentarono un fiore all’occhiello per Imola, e questo evento, oggi, rinnova questo primato. Imola tornerà così a svolgere un ruolo mondiale anche nell’opera di salvaguardia della memoria storica di questo sport.
Dopo il successo del meeting IMOLA MONDIALE del 22-23 maggio 2010 con la presenza dei due campioni del mondo più importanti della storia dei mondiali di Imola Bill Nilsson e Sten Lundin, l’ASI MOTOCROSS SHOW farà questa volta incontrare una nutrita schiera di campioni della Golden Era (così gli inglesi usano chiamare il periodo pre ’65 delle moto da cross 500 monocilindriche 4 tempi a corsa lunga) tuttora attivi e offrirà al pubblico un’occasione unica per tornare a diretto contatto con loro, stringergli la mano e vederli sfilare sulle possenti moto da corsa come ai tempi d’oro.
Incredibile a dirsi, ma a rendere possibile questo evento storico è stato il libro “IMOLA MONDIALE – 1948-1965 – le radici del motocross italiano” recentemente edito da Bacchilega Editore. Il volume, che restituisce l’intera storia dei Gran Premi di Motocross di Imola, sta circolando nelle sedi più importanti del motociclismo sportivo mondiale e ha finora funzionato come un vero e proprio volano. Dal libro all’organizzazione del nuovo evento il passo è stato brevissimo.
L’ASI è, per eccellenza, l’ente che meglio rappresenta la funzione di conservazione del motorismo storico italiano e, in quanto tale, non poteva delegare il compito di sostenere questa importante iniziativa. L’evento ben si inserisce nel filone creato dalla Federazione con l’ASIMOTOSHOW di Varano de’ Melegari (PR) che, da undici anni, vede riunirsi una moltitudine di motociclette, Campioni, piloti e appassionati di tutta Europa sul Circuito Riccardo Paletti.
Il nuovo meeting di motocross d’epoca è organizzato dal Moto Club Ruggeri “ALZAVALVOLA” di Bologna (club federato ASI) in collaborazione e sotto l’egida dell’ASI stessa. Responsabile organizzatore per la Federazione è l’ex pilota Gian Pio Ottone che partecipò al Gran Premio d’Italia del 1960 a Imola con la maglia delle Fiamme d’Oro. Aderiscono all’evento il CRAME (Club Romagnolo Auto e Moto d’Epoca – che dal 2009 ha curato le manifestazioni rievocative del motocross) e il Moto Club Santerno “Checco Costa”, storico sodalizio imolese organizzatore delle competizioni internazionali dell’epoca.
Ma l’opera di valorizzazione va oltre. Esiste in Italia, e nel mondo, un patrimonio di collezioni di moto da cross Golden Era di grande valore tecnico-storico, raccolto da una nutrita schiera di collezionisti appassionati ed esperti nel restauro e nella conservazione. Questa manifestazione rappresenta per loro un’occasione assai rara per far ri-incontrare i loro mezzi con i piloti storici che li utilizzarono.
L’evento consentirà anche di continuare l’opera di arricchimento della documentazione testuale e audiovisiva del motocross d’epoca e del contesto sociale nel quale era inserito. Altre immagini, altri racconti, altre interviste, altri filmati si sommeranno a quelli già disponibili, fornendo ai mezzi di comunicazione materiali preziosi per ripensare e riscrivere un’epoca di eventi che hanno lasciato un segno profondo nella Città di Imola e nel mondo sportivo.
Quella alla quale parteciperemo sarà un’indimenticabile festa del motocross, che saprà coinvolgere anche le generazioni più giovani che quel periodo non hanno vissuto.
A interessare i ventenni sarà soprattutto l’intervento dei recenti campioni Andrea Bartolini e Alex Salvini e la presenza ufficiale dell’Husqvarna. La casa svedese inserirà nell’esposizione sei esemplari da cross di ultima generazione e di diverse cilindrate. L’imolese Andrea Bartolini, classe 1968, è stato campione mondiale classe 500/Open nel 1999, mentre Alex Salvini, bolognese classe 1985, campione europeo SX 125 nel 2004 e vicecampione mondiale MX3 nel 2009 e 2010, ora è passato all’enduro nel team ufficiale Husqvarna guadagnandosi immediatamente il podio.
Domenica 27 pomeriggio, Bartolini e Salvini si esibiranno in alcune performance con le nuove Husqvarna assieme ai piloti e alle moto d’epoca lungo un percorso su manto erboso appositamente attrezzato nell’area adiacente ad Acque Imola. Il motocross di ieri incontrerà così il motocross di oggi ricucendo le lunghe fila di una specialità gloriosa e, possiamo dirlo, antica.
Dopo 47 anni dall’ultimo Gran Premio, tornerà in Italia quella schiera di campioni del Motocross Golden Era, che fece grandi le competizioni di Imola e d’Europa. Saranno presenti:
Sten Lundin, campione del mondo classe 500 del 1959 e 1961, vincitore di quattro Gran Premi a Imola.
Bill Nilsson, campione del mondo classe 500 del 1957 e 1960, vincitore di tre Gran Premi a Imola.
Rolf Tibblin, campione del mondo classe 500 del 1962 e 1963, vincitore di tre Gran Premi a Imola.
Gunnar Johansson, campione nazionale svedese classe 500 nel 1956.
Torsten Hallman, campione del mondo classe 250 del 1962, ’63, ’66 e ’67, vincitore del Gran Premio del 1964 a Imola.
Leslie Archer, campione europeo classe 500 del 1956.
Jeffrey Smith, campione del mondo classe 500 del 1964 e 1965.
Donald e Derek Rickman vincitori di diversi Motocross delle Nazioni con la squadra nazionale britannica e costruttori del famoso marchio Rickman Metisse, classi 250 e 500.
Charles Molinari, campione francese classe 500 del 1952, ’54 e ’55.
Albert Courajod, campione svizzero classe 500 del 1954, ’55, ‘56, ’57 e ’58.
Otto Walz campione tedesco classe 175 nel 1958, classi 175 e 350 nel ’60 e classe 500 nel ’62.
Emilio Ostorero, sedici volte campione italiano classe 250 e 500.
Lanfranco Angelini, sette volte campione italiano classe 250 e 500.
Canzio Tosi, cinque volte campione italiano classe 250 e 500.
Giuseppe Cavallero, campione italiano classi 250 e 500 del 1971.
Molti altri piloti importanti europei e italiani.
Questa gloriosa schiera di campioni sarà in grado di catalizzare attorno a sé una moltitudine di altri veterani del motocross e un vasto pubblico di appassionati.
Nell’area dell’evento verrà proposta al pubblico un’esposizione di 60 moto da cross Golden Era pre-65, fornite da collezionisti italiani e internazionali, assieme a un’importante mostra fotografica con una selezione di 350 immagini restaurate e di grande formato sulla storia delle competizioni internazionali di Imola.
Alle ore 18.00 del venerdì 25 maggio, presso la Sala Grande del Circolo Sersanti di Imola, è prevista la Presentazione al Pubblico dell’evento e dei campioni presenti.
Nelle giornate di sabato e domenica 26 e 27 maggio, con orario continuato, verranno aperte le mostre al pubblico. Sabato pomeriggio, si potrà assistere a un talk show con i piloti, i giornalisti, gli esperti del settore e altri personaggi del mondo dello sport. Presso uno stand, sarà possibile trovare i libri storici del motocross e del motorismo sportivo di Imola.
Il sabato sera prevede anche una Cena coi Campioni aperta al pubblico, che sarà predisposta sotto la tensostruttura. Al dessert, saranno proiettati su grande schermo gli straordinari video storici dei Gran Premi di Imola degli anni Cinquanta e Sessanta, con commento dal vivo dei protagonisti.
La domenica mattina 27 maggio è dedicata alla Premiazione dei Campioni in Piazza Gramsci. A partire dalle ore 10.00, la premiazione sarà effettuata dal Comitato d’Onore formato dal Sindaco, dal presidente dell’ASI avv. Roberto Loi, dal presidente del Moto Club ALZAVALVOLA dott. Paolo Castaldini, dal presidente del Moto Club Santerno “Checco Costa” avv. Carlo Costa e dai presidenti degli altri moto club e di altre importanti associazioni nazionali e imolesi (CRAME, Moto Club Imola, Moto Club La Stalla, Moto Club Formula Imola, la Clinica Mobile, il Rotary Club, il Panathlon, il Centro Studi Luigi Einaudi e il Lions Club Valsanterno.
Subito dopo, i Campioni stessi daranno vita a una straordinaria Sfilata Storica di motocross d’epoca che, partendo dal centro storico, raggiungerà la zona espositiva nel Parco delle Acque Minerali, sede della gloriosa pista. Saranno proprio loro, gli ultrasettantenni ex-campioni a indossare i panni originali del motocross Golden Era privi di sponsor e ricchi di colori delle nazioni di appartenenza. Riascolteremo rumori che parevano estinti nella nostra memoria e ci ritufferemo nell’atmosfera delle gloriose competizioni del Monte Castellaccio. Sentiremo di nuovo timbri baritonali come quelli delle britanniche BSA Gold Star, Ariel, Matchless e Triumph, delle svedesi Lito e Husqvarna, delle italiane Gilera Saturno e i sibili delle due tempi Husqvarna, Greeves, Montesa e CZ.
Nel primo pomeriggio della domenica, il Concorso di Eleganza premierà cinque moto, per il miglior restauro, la miglior conservazione, la vetustà e il numero di presenze nelle competizioni (moto italiana e moto straniera). Il pubblico potrà ammirare esemplari unici e di grande valore tecnico-storico provenienti dall’Italia e dall’estero.
Durante il pomeriggio, dalle ore 15.00, nella zona a prato adiacente all’area espositiva AcqueImola, verrà dato il via alla performance di motocross d’epoca/moderno. Rombi passati e rombi nuovi saranno posti a confronto. Sarà il pubblico a giudicare.
Brevi profili dei piloti ospiti
Gli ex Campioni che vedremo a Imola, possono essere considerarli tali anche per la loro inossidabilità fisica e mentale. Seppure con anni di durissimo motocross alle spalle, uno degli sport più faticosi e massacranti, e nonostante l’età avanzata (sono tutti di età compresa tra i 70 anni e gli 83 anni), conservano tutt’oggi un’invidiabile brillantezza di spirito e una sorprendente resistenza fisica. Non c’è che dire, queste vecchie glorie hanno davvero quella marcia in più che tutti noi vorremmo avere. Vengono da tutte le parti del mondo, dato che diversi di loro hanno da tempo abbandonato il suolo natio per trasferirsi in altri paesi. Dagli USA giunge Jeff Smith, Rolf Tibblin vola in Italia giungendo dal lontano Sri Lanka, mentre Archer, alla veneranda età di 83 anni, arriva a Imola in auto dalla remota Alicante, macinando in tutto a/r circa 7.000 chilometri. Sten Lundin, che ha appena festeggiato gli 80 anni, partecipa regolarmente ai motocross revival con le sue mezzo litro in giro per l’Europa e sa aprire ancora il gas in modo impressionante senza risparmio di energie, lasciando ogni volta il pubblico a bocca aperta. Da New Milton (Inghilterra) arriveranno i mitici fratelli Rickman, piloti e costruttori del famoso marchio Metisse, mentre dalla Svizzera giungerà il campione svizzero Albert Courajod. Dalla Germania e dal Nord della Francia raggiungeranno Imola in auto rispettivamente i campioni Otto Walz e Charles Molinari. Quest’ultimo, in piena attività nel mondo sportivo, è stato presidente del Football Club francese di Metz.
GLI SVEDESI
Sten Lundin, Bill Nilsson, Rolf Tibblin, Johansson Gunnar e Torsten Hallman
Sten Lundin, classe 1931, ha vinto due campionati mondiali (1958 e 1961) della massima categoria e si è aggiudicato in tutto ventiquattro gran premi in dieci anni di carriera agonistica. Ha corso fin dall’inizio nella classe regina delle mezzo litro, prima in sella alla BSA (1955 e ‘56), poi alla guida della Monark (1957, ’58, ’59 e ’60), per passare alla Lito (1961, ’62, ’63 e ‘64) e terminare nel 1965 con la Matchless-Metisse. Per ben quattro volte è stato il vincitore del Gran Premio d’Italia a Imola nel ’55, ’58, ’59 e ‘60.
L’approccio alle competizioni di Lundin è stato spesso più ragionato rispetto ad altri piloti. Senza rischiare oltre al dovuto, ha sempre dimostrato grande tenacia, resistenza e capacità di concentrazione. Lundin ha sempre dato molta importanza agli allenamenti e alla preparazione fisica. Il suo stile di guida composto e impeccabile non ha mai concesso spazio alla spettacolarità, ma si è piuttosto basato sul calcolo millimetrico, sullo studio delle traiettorie e sulla tecnica. É l’esempio di uno stile professionistico che ineccepibilmente ha contagiato l’ambiente del motocross internazionale. Con Lundin si è chiusa un’epoca nella storia del Motocross.
Bill Nilsson, classe 1932 è stato due volte campione del mondo nella classe 500: nel 1957 con l’AJS e nel 1960 con l’Husqvarna. Nel suo curriculum vanta diciotto gran premi vinti e quattro Motocross delle Nazioni (1955, ’58, ’61 e ’62). Ha corso esclusivamente nella classe 500 con moto a quattro tempi. È stato il primo svedese a vincere il titolo mondiale e a dare gli allori all’Husqvarna quattro tempi per la prima volta.
Nell’arco della sua carriera, corse con la BSA nel 1955 e ’56, e con l’AJS nel ’57. Nel 1960, ’61, ’62 e ’63 passò all’Husqvarna, concludendo poi la sua carriera con la Eso. A Imola ha vinto tre gran premi nel ’56, ’57 e ’61. Nilsson e Lundin sono stati soprannominati i “Royal Babies del motocross” e, per molti anni, sono rimasti i rappresentanti indiscussi della scuola crossistica svedese. Basso di statura, Nilsson possedeva un fisico tarchiato e robusto. Il suo stile era basato sull’irruenza, dote che gli consentiva di affrontare gli ostacoli con straordinaria determinazione. Con una guida spesso imprevedibile, sapeva inventare acrobazie e funambolismi vincenti sul filo del traguardo. A tratti pareva come un esperto cow-boy capace di far “imbizzarrire” la moto senza farsi disarcionare. Anche per questo, e a ragion veduta, è stato soprannominato “Buffalo Bill”.
Rolf Tibblin, classe 1937, è stato uno dei più grandi campioni svedesi assieme a Lundin, Nilsson, Hallman e Aberg. Ha iniziato giovanissimo la sua brillante carriera e nel 1959 si è guadagnato il suo primo titolo di Campione d’Europa nella classe 250 in sella all’Husqvarna. Nel 1960 e nel 1961, ha corso con una nuova Husqvarna quattro tempi ufficiale assieme a Nilsson e, nel 1962 e 1963, ha vinto i suoi due titoli mondiali. Nel 1965 si presentò a Imola con la cecoslovacca CZ 360 vincendo su Lundin. Nel 1967 si trasferì in California per istituire la prima scuola di cross a San Diego. Dotato di uno stile di guida impetuoso e determinato, ha saputo dimostrare una classe eccelsa supportata da un fisico poderoso e da una notevole resistenza allo sforzo prolungato. Per la sua grinta da gladiatore, è sempre stato molto temuto dagli avversari. Gli inglesi, suoi rivali nelle corse ai titoli iridati, lo avevano soprannominato “Iron man”. Oggi fa il costruttore edile a Sri Lanka dove vive felicemente con sua moglie Indira.
Torsten Hallman, classe 1939, ha vinto trentasette gran premi e quattro titoli iridati nella classe 250 (1962, ’63, ’66 e ’67). Lungo tutta la sua lunga carriera, Hallman ha corso sempre per l’Husqvarna e ha lavorato duramente per promuovere lo sport e soprattutto l’introduzione del motocross negli USA, alla fine degli anni Sessanta. Ingegnere meccanico, questo pilota biondo e dal fisico snello, è stato il miglior corridore svedese nelle competizioni mondiali della classe 250. Le sue battaglie col belga Joël Robert sono state considerate tra le migliori nella storia del motocross. Il suo stile di guida è sempre risultato fluido, veloce, grintoso e senza sbavature o fronzoli eccessivi. “Mister Motocross” è stato l’appellativo che Hallman si è guadagnato per i risultati conseguiti, e per lo stile e la correttezza dimostrati in un decennio di competizioni. A Imola, viene ricordato come il vincitore dell’unico Gran Premio classe 250. Nel 2000, Hallman è stato inserito nella AMA Motorcycle Hall of Fame.
GLI INGLESI
Les Archer, Jeff Smith, Donald e Derek Rickman
Les Archer, classe 1929, è stato campione Europeo della classe 500 nel 1956. Debuttò nel motociclismo all’età di sedici anni. Con l’aiuto di Hankins, costruì la sua prima Norton da cross partendo da una Manx 500 T. Questo prototipo sperimentale era dotato di un nuovo telaio costruito appositamente per lui. Archer, lungo tutta la sua carriera, rimase fedele alla Norton e fu supportato dalla casa per quanto riguarda i pezzi di ricambio, sebbene questa avesse annunciato il ritiro dalle corse. Vinse complessivamente dieci gran premi tutti nella classe regina. A Imola ha gareggiato quasi ininterrottamente dal 1952 al 1962 ottenendo risultati che non rispecchiarono il suo valore. Archer è stato anche radiocronista e giornalista specializzato nell’ambito del motocross. Di carattere modesto, affabile e generoso, e con uno spiccato senso del fair-play, è stato molto apprezzato come speaker. In gara emersero il suo coraggio e la sua capacità di agire tempestivamente nei momenti più imprevedibili, caratteristiche che ne fecero un ottimo conduttore specie su terreno fangoso dove rischiava sempre al massimo. Il 25 gennaio 1967, all’età di 38 anni, Archer si schiantò, senza gravi conseguenze, in una mischia durante la partenza di una gara di 750 cc disputata in America. Da quel momento, decise di lasciare dopo 21 anni lo sport motociclistico. In cerca di un clima e di una qualità della vita migliori, si è trasferito a Calpe (Alicante) nel sud della Spagna.
Jeff Smith, classe 1934, è stato il più importante campione del mondo britannico della Golden Era. Dopo essere passato alla BSA, dove ha iniziato a lavorare come apprendista, ha vinto il i titoli mondiali di motocross della classe 500 del 1964 e del 1965 in sella alla BSA 441 Victor. Nel 1965, Smith dominava a tal punto che, a metà stagione, aveva già conquistato il suo secondo titolo iridato. Ha vinto anche nove campionati britannici e nella sua lunga carriera, durata la bellezza di più di vent’anni, è sempre rimasto fedele alla BSA. A Imola, a parte il ’56 e il ’60, ha gareggiato dal 1955 al 1965. Nel Primo Gran del 1957, dopo aver vinto la prima batteria, ha mancato la vittoria finale per un soffio dopo aver dominato per l’intera gara. Nel 1970, si è trasferito in America. Il suo stile di guida e il suo approccio mentale nelle gare è sempre stato quello di cercare di vincere alla minor velocità possibile, al fine di conservare la moto e le energie fisiche. Pochi sono stati i piloti così tenaci come Smith. La sua capacità di distribuire le forze nell’arco di una gara era impressionante. Su qualsiasi tracciato è in grado di vincere. Il carisma, il cuore, la determinazione, ma soprattutto la totale dedizione al motocross, sono state le colonne portanti della sua lunga carriera. Nel 1970, a Smith è stato assegnato il titolo onorifico di Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico (MBE) per i suoi servizi al motociclismo. È stato inoltre incluso nell’AMA Motorcycle Hall of Fame nel 2000.Trascrizione foneticaDizionario – Visualizza dizionario dettagliato
I fratelli inglesi Derek e Donald Rickman hanno avuto sempre le corse nel sangue. Dopo le prime vittorie, i Rickman hanno iniziato a progettare e a costruire i telai per le proprie moto, per poi iniziare una piccola produzione destinata ai corridori privati. Derek, nato nel 1933, è più vecchio di Donald di due anni. Figli d’arte, i Rickman hanno perso il padre in tenera età e, da giovanissimi, hanno assunto la responsabilità dell’officina di famiglia di New Milton. Crescendo in tale attività, i fratelli hanno sviluppato un acuto senso della meccanica e del design motociclistico raggiungendo il successo nel mondo del motocross. Già dalla fine degli anni Cinquanta, si sono resi conto che occorreva avere macchine più leggere. Nei primi anni Sessanta costruirono un tipo di telaio più snello e in grado di ospitare i motori delle diverse case motociclistiche. Nacque così il marchio Metisse (dal termine “meticcio”, cioè assemblato con parti di diversa origine) una espressione francofona che sta per “bastardo”. Quest’idea riscosse subito un notevole successo e i due fratelli iniziarono così un’importante produzione delle loro Rickman Metisse, che erano 30 a 40 chili più leggere rispetto alle versioni standard, oltre che molto belle esteticamente.
Quando le grosse industrie motociclistiche britanniche chiusero i battenti, i Rickman diventarono i più grandi produttori di moto in Inghilterra guadagnandosi il Premio della Regina per l’industria.
Più tardi, è emersa la richiesta di avere moto Rickman originali, tanto che le repliche delle Rickman 2000 sono state prodotte da tre società diverse. Un modello interessante è la replica Steve McQueen Rickman. Steve McQueen è stato uno dei più grandi fan Rickman e ha visitato la fabbrica quando era al culmine della popolarità come una star del cinema.Trascina tenendo premuto MAIUSC per riordinare.
Col loro lavoro, i due fratelli inglesi hanno orientato soprattutto i produttori americani negli anni Settanta e Ottanta, incentivando i miglioramenti del design.
Entrambi hanno rappresentato la Gran Bretagna nel 1960 nel Motocross delle Nazioni e hanno vinto numerose gare nazionali e internazionali. A Imola, iiparteciparono ai Gran Premi di Campionato Mondiale nel 1959, ’60 e ’64. Nel 1959 si classificarono al 2° e 3° posto alle spalle di Sten Lundin. Nel 1960 Donald si classificò al 3° posto e nel 1964 parteciparono al Gran Premio classe 250 in sella a due rosse Bultaco Rickman-Metisse. Dopo una combattutissima prima manche, Don si classificò secondo dietro Dave Bickers.
Donald Rickman si distinse per uno stile molto spettacolare anche a scapito della resa.
Derek, invece espresse una guida più regolare, meno appariscente, ma più redditizia.
I FRANCESI
Charles Molinari, è stato tre volte Campione Nazionale classe 500 nel 1952, ’53 e ‘54. Ha partecipato ai Gran Premi d’Italia a Imola nel 1952, ’53, ’54, ’55, ’56. È senza dubbio il principale pilota francese degli anni Cinquanta nella massima categoria.
Di origine italiana, Carlo Molinari è nato a Villerupt, in Francia, nel 1933. Durante la guerra la famiglia tornò in Italia, il padre era un trasportatore e lo stesso Carlo ha guidato sulla strada da Varese a Napoli i pesanti camion da 40 tonnellate. Nel 1948 i Molinari sono tornati di nuovo in Francia e Carlo aveva quasi dimenticato la lingua francese… Mentre Carlo giocava a calcio nella squadra del Metz, suo padre, che in gioventù aveva sognato di essere motocrossista, acquistò una moto. A 17 anni, Molinari iniziò a gareggiare nel motocross con una DKW d’occasione. La sua carriera iniziò subito con successo e, nel 1952, fu campione di Francia nella classe 350 con una BSA Gold Star, davanti a nomi celebri come Godey, Klym, Hazianis e altri. Carlo Molinari, passato alla categoria superiore nel 1954, conquistò il secondo titolo di Campione di Francia della classe 500 in sella a una Gilera Saturno. Nel ruolo di pilota ufficiale, conservò il titolo della 500 anche nel 1955. All’età di 24 anni, saturo di gare motociclistiche e delle lunghe trasferte dal giovedì a lunedì, il campione francese abbandonò il motocross per dedicarsi a una propria attività professionale. Fondò così la ditta SODIMA, che commercializzava i camion Iveco. Ma nonostante questa scelta di vita, la moto rimase presente nella sua attività lavorativa e Molinari diventò un importatore per la Francia della italiana Cagiva per il motocross. Ma Molinari, non significa solo moto, bensì anche calcio! Nel 1967 divenne presidente del Football Club di Metz come successore di Paul Mayer, ruolo conservato fino al 2009, con un intermezzo tra il 1978 e il 1983, lasciando il posto a Bernard Serin. Ora Molinari si è ritirato dalle attività sportive, ma è rimasto una figura chiave sia nel mondo del calcio, che in quello del motocross internazionale francese.
GLI ITALIANI
Emilio Ostorero, Lanfranco Angelini, Canzio Tosi e Giuseppe Cavallero.
Emilio Ostorero, classe 1934, si è guadagnato sul campo il soprannome di “Il Leone di Avigliana”. Il mitico corridore piemontese è stato il più importante campione italiano negli anni del motocross Golden Era. Nella sua lunga carriera crossistica, durata più di vent’anni, ha vinto complessivamente sedici titoli nazionali e molte gare internazionali. In totale, le sue vittorie ammontano a più di trecentocinquanta. Il suo debutto nel motocross è datato 25 Settembre 1955. A partire dal 1958, e per molti anni a seguire, ha trovato in Lanfranco Angelini il suo principale avversario. A Imola, Ostorero non ha quasi mai avuto la fortuna dalla sua parte e ha ottenuto risultati al di sotto delle sue reali possibilità. Nel 1963 si è piazzato al sesto posto, mentre nel Gran Premio del 1965 si è dimostrato all’altezza dei big del motocross mondiale, sfoderando tutta la sua bravura e determinazione. Dotato di notevole resistenza fisica e di uno stile redditizio, è sempre riuscito a distribuire al meglio le forze nell’arco della gara. Il suo carattere riservato, temprato dalla fatica e dai sacrifici, è stato premiato da una popolarità senza pari in Italia. La sua carriera crossistica si è conclusa a metà degli anni Settanta. Ostorero è stato insignito dei titoli di Cavaliere della Repubblica dal Presidente Giuseppe Saragat nel 1971, e di Commendatore al Merito della Repubblica dal Presidente Luigi Scalfaro nel 1992.
Lanfranco Angelini, classe 1936, per tutta la sua carriera crossistica iniziata nel 1957 e conclusasi nel 1970, è stato il pilota ufficiale più rappresentativo del Gruppo Fiamme d’Oro della Polizia Stradale. Con Ostorero, suo principale rivale, ha fatto la storia del motocross italiano, conquistando sette titoli nazionali e gareggiando sempre ai massimi livelli. Cinque sono stati i titoli vinti nella classe 250 e due nella 500. Angelini Ha partecipato ininterrottamente ai Gran Premi di Imola dal 1957 al 1965 senza ottenere particolari risultati. Nonostante il suo fisico esile, con uno stile impeccabile ed equilibrato, il pilota romano è stato in grado di pilotare senza fatica e con successo moto pesanti come la Gilera Saturno, la BSA Gold Star, e l’Husqvarna 500, dimostrando notevoli qualità di resistenza fisica e psicologica. Il suo stile e la sua impostazione tecnica lo hanno condotto a privilegiare il suo impegno nella classe 250, dove ha fatto scuola alle nuove generazioni di piloti italiani. Anche nelle sconfitte si è sempre contraddistinto con la sportività che caratterizza i grandi campioni.
Canzio Tosi, classe 1937, è stato uno dei piloti più rappresentativi del fuoristrada italiano e si è sempre contraddistinto per schiettezza, professionalità e impegno lungo tutta la sua carriera. Dal 1957 ha gareggiato nella regolarità ed è entrato a far parte del gruppo Sportivo Fiamme d’Oro della Polizia Stradale che non ha abbandonato fino alla fine della sua attività agonistica. Nel 1963, ha debuttato nel motocross, vincendo il Campionato Cadetti F.M.I. in sella a una Aermacchi 250 Ala d’Oro. Dal 1964, ha partecipato a tutte le gare nazionali e internazionali seniores, dedicandosi completamente al cross. Nel 1965, con la BSA Gold Star messagli a disposizione dall’importatore italiano Gino Ghezzi, ha partecipato all’ultimo Gran Premio di Imola nel quale si è piazzato al nono posto nella prima manche. Nel 1967, ’68 e ’69, in sella alle CZ delle Fiamme d’Oro, ha vinto i campionati italiani delle mezzo litro, mentre nel 1968 e ’69 si è aggiudicato contemporaneamente anche i titoli delle 250. La sua carriera si è conclusa nel 1972. Tosi aveva uno stile particolare, composto e redditizio. Tarchiato e robusto, era dotato di notevole forza fisica e resistenza nella guida. Di carattere socievole, in gara ha sempre mantenuto un comportamento corretto.
Giuseppe Cavallero, classe 1942, è la presenza italiana più giovane. Questo pilota torinese è stato due volte campione italiano nelle classi 250 e 500 del 1971. Cavallero (per i tifosi “Cavallo Pazzo”) è, con Ostorero, Angelini, e Tosi, un emblema del motocross italiano. Questo pilota fece in tempo ad esibirsi sul tracciato di Imola nel 1962, partecipando alla Gara Nazionale della Categoria Cadetti classe 250 in sella a una Greeves Hawkstone. La sua lunga carriera da Senior iniziò nel 1963 e si concluse nel 1978. In sedici anni il pilota torinese ha accumulato un consistente bottino di trofei. Dopo otto anni e una lunga serie di importanti podi e piazzamenti nazionali, nel 1971 sfoderò gli artigli vincendo i campionati nazionali in entrambe le categorie 250 e 500 in sella alle mitiche Husqvarna. Il suo stile spettacolare sapeva infuocare gli animi del pubblico e il suo carattere umano e incredibilmente caloroso emergeva nelle sue manifestazioni agonistiche. Cavallero ha avuto molti tifosi: gente che apprezzava, al di là dei risultati, le sue evoluzioni e il modo di intendere il motocross. Questa disciplina sportiva, secondo la sua teoria personale, non è ridotta a schemi fissi, ma è fatta di creatività e di intuizioni geniali. In pista era un istintivo, nonostante si sia costruito come pilota con lunghi e severi sacrifici. Generoso in gara, fu spericolato e audace tanto da mettere a repentaglio la propria incolumità fisica. Una trentina di incidenti hanno costellato la sua carriera e le interminabili fratture ne rappresentano la parte più dolorosa. Il coraggio e l’irruenza sono state la sua bandiera, di qui il suo soprannome di “Cavallo Pazzo”.
I TEDESCHI
Otto Walz, classe 1935, è stato quattro volte Campione Nazionale tedesco. partecipò al Gran Premio d’Italia classe 500 a Imola nel 1963. Dopo aver conseguito all’età di sedici anni la patente di guida per la moto nell’aprile del 1952, il mese dopo fu presente al Primo Campionato di fuoristrada. La sua prima gara di moto-cross è stata nel 1954 con la Maico. Dopo aver vinto diversi campionati regionali, nel 1957 ha partecipato al campionato tedesco nelle classi 125 e 175. Dal 1955, ha partecipato alle gare di moto-cross internazionale in tutta Europa. I titoli nazionali li ha vinti nel 1958 nella classe 175 con la Maico, nel 1960 nelle classi 175 e 350 cc con la Maico e nel 1962 nella classe 500 con una Wabeha-Maico 365.
WABEHA era il nome della special da motocross da lui stesso progettata e costruita. Le iniziali del marchio provenivano dai cognomi dei tre piloti Walz Otto, Betzelbacker Fritz e Hauger George con i quali aveva condiviso il progetto. Dal 1961, i tre piloti hanno gareggiato con le moto WABEHA, prima dotate di motori Maico e, dal 1964, di motori di Montesa. Nel 1964 ha stipulato un contratto come pilota ufficiale per la MONTESA in Spagna e nel motocross internazionale ha gareggiato sia nei campionati europei che Mondiali fino al 1972.
Nel 1969 ha avviato in proprio una piccola impresa per la costruzione di telai da corsa per moto destinate ai piloti privati con il marchio speciale WABEHA, utilizzando motori Montesa. Contemporaneamente, il pilota tedesco ridusse la partecipazione alle competizioni internazionali.
Otto Walz ha smesso di correre nel 1972, quando l’azienda ha cominciato a espandersi ed è diventato importatore Montesa e Yamaha per la Germania e BMW nel 1973.
Oggi Walz ama ancora la guida motociclistica, montando una Moto Guzzi GTV del 1939, una GILERA Saturno Sport del 1947 e una BMW R 67/3 del 1953.
Le motociclette sono tuttora la sua vita.
Gli svizzeri
Lo svizzero Albert Courajod, cinque volte Campione Nazionale classe 500.
Ha partecipato ai Gran Premi a Imola nel 1956, ’57, ’61 e ’63.
(seguirà profilo)
Referenti di Progetto:
Gian Pio Ottone – ASI
Via Morandi 11 – 200100 Varese
Tel ab.: 0332 28 89 58 – Cell.: 349 222 31 31
Paolo Castaldini – Presidente M.C. Ruggeri “ALZAVALVOLA”
Tel. Sede Club: 051 63 44 879 – Cell.: 347 26 51 557
e-mail segretario Bruno Bertaccini: bruno1947@libero.it
Luciano Costa – Socio CRAME/ASI e Organizzatore di “IMOLA MONDIALE” – 2010
Viale Dante 12 – 40026 Imola (BO)
Tel ab.: 0542 01 04 62 – cell.: 338 50 70 103 – e-mail: costa_luciano@fastwebnet.it
I PRECEDENTI
Imola – Mostra Scambio 2009
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO IMOLA MONDIALE
La manifestazione di maggio prossimo rappresenta l’epilogo di un ciclo di eventi iniziati con la Mostra Scambio di Imola del settembre 2009. In quell’occasione fu lanciato un progetto teso alla salvaguardia della memoria del motocross internazionale di Imola, vera radice del motocross italiano. Promotori furono il Gruppo Ex Motocrossisti Imolesi unitamente al CRAME e all’ASI e l’iniziativa ebbe il patrocinio del Comune di Imola. Presso lo stand dell’ASI, all’ingresso del Paddock dell’Autodromo, il progetto fu ufficialmente presentato con l’esposizione di quattro moto da cross pre-65 che calcarono la pista del Monte Castellaccio e di gigantografie dei campioni dell’epoca. Il manifesto invitava il pubblico della Mostra Scambio a un appuntamento al Parco delle Acque Minerali fissato per il 22-23 maggio del 2010, anniversario della prima gara internazionale di Motocross di Imola del 23 maggio 1948. La promessa era quella di riportare sul luogo delle competizioni storiche, le moto e i campioni che le fecero grandi.
Imola – Ottobre 2009 – Centro Cittadino
MOSTRA FOTOGRAFICA IMOLA MONDIALE ED ESPOSIZIONE MOTO DA CROSS D’EPOCA
Poco più di un mese dopo la Mostra Scambio, nella galleria del centro storico di Imola, gli stessi promotori organizzarono una prima mostra fotografica con più di 150 immagini di grandi dimensioni sul tema, intitolata IMOLA MONDIALE, all’interno della quale esposero otto moto da cross d’epoca.
Le fotografie, di elevata qualità iconografica, rappresentavano una prima selezione di un archivio ben più ricco di immagini raccolte dagli organizzatori negli anni. La mostra ebbe il merito di riattivare l’attenzione attorno a eventi che lasciarono un segno profondo nello spirito e nella memoria della città, e la massiccia e continua affluenza di più di cinquemila visitatori fu la dimostrazione che il ricordo era e continua ad essere ancora molto vivo. In quella sede fu confermato l’appuntamento per il maggio successivo.
Imola 22-23 maggio 2010
L’EVENTO RIEVOCATIVO “IMOLA MONDIALE”
Il venerdì 21 maggio 2010, giunsero a Imola i due campioni del mondo più importanti della storia dei mondiali di Imola: Bill Nilsson e Sten Lundin. Queste due glorie del motocross vinsero ben sette Gran Premi (tre Nilsson e quattro Lundin) a fila, tenendo banco alle Acque Minerali tra il 1955 e il 1961. Ad attenderli, oltre agli organizzatori, furono presenti il Presidente del CRAME Bruno Brusa, l’avv. Carlo Costa, Gian Pio Ottone, Lanfranco Angelini e Aldo Carnevale. L’autodromo di Imola fu il naturale luogo del primo incontro. La serata del 21 fu dedicata a loro con una conferenza aperta alla cittadinanza. Nella sala multimediale della Biblioteca Comunale i due ex-campioni ricevettero gli onori della città, dell’amministrazione comunale e degli organizzatori. Attraverso la riproposizione di un video straordinario del Gran Premio del 1958, e ascoltando il racconto dei due protagonisti, il pubblico ebbe l’opportunità di rivivere intensamente le emozioni delle appassionanti competizioni internazionali.
ll sabato 22 maggio giunsero al Parco delle Acque Minerali di Imola i furgoni di più di dieci collezionisti italiani e stranieri contenenti nell’insieme ben 46 moto da cross conservate o restaurate. Grazie a loro fu possibile allestire un’esposizione di straordinario valore testimoniale ed emozionale. Non mancava quasi nulla. Dalla svizzera giunsero anche una Sarolea e una FN perfettamente restaurate, veri pezzi da novanta dei primi anni Cinquanta, utilizzate da campioni come Auguste Mingels, Marcel Meunier, Nic Jansen, René Baeten e Victor Leloup. A fare da contorno all’intera area espositiva, gli organizzatori installarono una mostra fotografica molto più ampia rispetto a quella dell’anno precedente. Fin dalle prime ore si registrò un continuo afflusso di pubblico di tutte le generazioni, che proseguì ininterrottamente fino alla sera della domenica 23.
Assieme ai collezionisti e ai due campioni svedesi, giunse a Imola anche una nutrita schiera di ex piloti di motocross italiani e stranieri: il pluricampione svizzero Albert Courajod,
il sedici volte campione italiano Emilio Ostorero, il sette volte campione italiano Lanfranco Angelini, gli ex crossisti seniores e juniores Carlo Caroli, Gianni Altafini, Piero Coscia, Gian Pio Ottone, Giuseppe Cavallero, Gianni Mongardi, Michelangelo Pochettino, Pietro Micheli, Felice Pettigiani, Giuseppe Moretti, Bruno Bonora, Flavio Poli, Nello Alpi, Rino Foschi, Giovanni Bianchi, Bruno Battilana e Luigi Ziggiotti e il belga Joseph Careme.
Il sabato 22 maggio fu dedicato all’accoglienza e all’incontro tra piloti e tra piloti e il pubblico. Premiati dal bel tempo, tutti i partecipanti conclusero la giornata con una cena all’aperto aperta al pubblico, assistendo a uno spumeggiante video-concerto rock musica anni ’60 e ’70 degli Stop and Go di Imola, accompagnati dalle immagini del motocross storico sul grande schermo.
La domenica 23 maggio, giornata clou dell’evento, alle ore 10.00, nella centrale piazza Gramsci di Imola, un folto pubblico era in ammirazione di dieci fiammeggianti moto da cross d’epoca pronte per la sfilata storica. Dopo la cerimonia di premiazione degli ex campioni, alla presenza del Sindaco Daniele Manca, dell’avv. Carlo Costa (figlio di Francesco “Checco Costa”), del Vice-presidente dell’ASI Benito Battilani e dei rappresentanti del CRAME, il rombo dei motori invase la piazza riscaldando l’atmosfera e lo spirito del pubblico. Scortati da una staffetta di vigili urbani in sella a mountain-bike, e con in testa Sten Lundin sulla fiammante Lito 500 con la quale vinse il mondiale del 1961, il corteo sfilò per le vie del centro per dirigersi poi al Parco delle Acque Minerali. Dopo aver percorso un tratto della vecchia pista lungo le rive del fiume Santerno, i piloti entrarono nell’area espositiva tra gli applausi e le entusiastiche ovazioni del pubblico.
Dopo la pausa pranzo si “apirono le ostilità”, e in un’area a prato attigua al parco, un gruppo di piloti del Gruppo 5 – Cross d’Epoca, si esibì in una performance con le mezzo litro, consentendo al pubblico di riassaporare il clima, i rumori e gli odori delle gloriose competizioni.
Contemporaneamente, come secondo programma, un gruppo di organizzatori accompagnò Sten Lundin in una passeggiata rievocativa nel parco, alla ricerca della vecchia pista da motocross. Nonostante i 45 anni trascorsi, e seppure con un ambiente molto cambiato nel tempo, Lundin riuscì a individuare i passaggi salienti del percorso con una sorprendente memoria.
Con le luci del tramonto si concluse la manifestazione. Pubblico, ospiti e organizzatori conservano tutt’oggi un ricordo di un evento splendido in cui tutto ha funzionato alla perfezione, tanto da ritenerlo irripetibile.
Il Libro
La storia di quelle competizioni è stata raccolta nel libro appena uscito e intitolato “IMOLA MONDIALE – 1948-1965 – le radici del motocross italiano” (Bacchilega Editore). Il testo, a cura degli ex motocrossisti imolesi Luciano Costa e Piero Mita, è stato presentato il 10 dicembre scorso alla Città, ha già riscosso un vasto interesse internazionale e ha funzionato come un vero e proprio volano, creando le condizioni per un appuntamento di rilevanza storica mondiale.