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Un cordiale saluto a tutti i lettori
Solitamente non scrivo in prima persona, perchè preferisco sempre far parlare il sito. Questa volta però credo sia giusto farlo, e allora lo faccio.
Sono Luca Limoli, amministratore, giornalista e fotografo di questo sito Bergamosportnews.com.
Bergamosportnews è un portale di informazione che si occupa di sport in generale, per cui, volutamente, non entra nel merito di molte questioni, e vicende sportive. Bergamosportnews tende alla valorizzazione delle “storie” sportive del mondo orobico. Con uno spirito, diciamo, “positivista”, nel senso di parlare perlopiù del “bello” dello sport. Le piccole emozioni, le grandi emozioni, i racconti dello sport, etc… .
Questa volta però la gravità della vicenda merita qualcosa in più.
Come tutti gli sportivi bergamaschi, e non solo, sono certamente sotto-shock per questa incresciosa vicenda, ma credo che, a questo punto, sia giusto fermarsi un attimo a riflettere. O quantomeno, io, mi sento di raccontare la mia esperienza.
Tre anni fa quasi andava online Bergamosportnews. Da giornalista mi muovevo nel mondo giornalistico bergamasco per lavorare sul mio prodotto editoriale.
L’Atalanta è sempre stata per Bergamosportnews una realtà sportiva al pari delle altre, perchè questo è lo spirito del sito.
Ovviamente però in varie occasioni ce ne siamo occupati, anche se certamente non in modo assiduo e capillare.
Mi è comunque capitato di scambiare quelche parola giornalistica con Cristiano Doni e con Filippo Carobbio. Piccole cose, visto che non sono un “addetto ai lavori” del giornalismo calcistico bergamasco.
L’impressione che ho sempre avuto di Cristiano Doni è quella di un ragazzo veramente gentile e alla mano. Nessuna arroganza o altezzosità, ma davvero un’empatìa umana notevole. Lo dico, ripeto, da “esterno” all’ambiente.
L’ho incontrato in due occasioni. Una volta alla serata di Gala del Trofeo Tennis Vip, e una volta al Triangolare Atalanta, Alzanocene e Albinoleffe, in occasione del Centenario dell’Alzanocene.
Nel primo caso ho visto un ragazzo seduto al tavolo, che, pur essendo un grande campione, si distingueva per umiltà e per il suo , come si dice in gergo, “starci dentro”.
E’ quello che ho pensato: “Doni ci sta proprio dentro”.
Poi l’ho visto in campo nel suddetto Triangolare estivo. Non si trattava certo di un “big-match” per i neroazzurri, ma la classe di Doni mi ha letteralmente “stregato”. Ero a bordo campo e, avendo sulle spalle molti anni di sport, ho potuto comprendere il divino atleta che è, ed ammirarne le doti.
Anche in quel caso Doni era amato da tutti, si vedeva. C’erano giocatori di serie B e D, ma lui non si poneva sopra agli altri, anzi era molto bravo nel mettersi sul piano di tutti. E questa cosa accresceva il naturale e spontaneo sentimento di apertura nei suoi confronti.
Quello che io ho visto era questo. Doni sapeva stare con gli altri, con tutti gli altri, senza che pesasse il suo essere Cristiano Doni.
Stessa cosa posso dire di Filippo Carobbio.
Ho seguito personalmente una stagione dell’Albinoleffe. Andavo sempre allo Stadio a vedere le partite casalinghe del sabato pomeriggio. E, dopo i match, aspettavo i giocatori per qualche intervista-flash.
In questo lavoro giornalistico sulla formazione seriana la figura che più mi aveva colpito per umiltà, serietà e gentilezza era proprio quella di Filippo Carobbio.
E, anche in questo caso… nessuno mi doveva niente. Ero un giornalista come tanti altri. Cercavo di darmi da fare, quello si, per avere due parole sul match o una foto primo piano, ma niente di più.
E, da parte sua, sempre rispetto per il mio lavoro, si vedeva.
Poi…è successa quella cosa là.
Da un giorno all’altro sia Doni che Carobbio ammettono alla Procura di Cremona un coinvolgimento in partite truccate, si ritrovano in galera ed emerge una vicenda che non è solo un pugno nello stomaco. E’ un pugno nello stomaco, più un pugno in faccia.
Si parla di voci in falsetto, “zingari”, schede telefoniche rumene, e tutto quello che si sa.
Evito di ripercorrere la vicenda, e specialmente le dichiarazioni di Doni alla festa della Dea, etc… perchè ormai sono cose note, e arcinote purtroppo.
Leggo, sui siti che si occupano di Atalanta, un dolore veramente forte.
Eh si… . Chi conosce lo sport , sa cosa è ” l’innamoramento sportivo”. Nella celebre canzone : “Ho visto Maradò…” il ragazzo del brano musicale dice di aver visto Maradona, e dichiara : “innamorato sono”.
Così era per Doni. Roba da innamorarsi.
Se poi si pensa che stiamo parlando di una squadra dove gli slogan sono “Folle Amore Nostro”, oppure la “Dea si ama e basta”, è agevole comprendere come questa triste vicenda sia davvero un “love-affair”, come dicono gli anglosassoni.
E la delusione amorosa, in ogni ambito, è certamente una bella mazzata.
Mi unisco pertanto a questo sentimento perchè, nonostante io, ripeto, non sia uno che segue esclusivamente il calcio e l’Atalanta, avevo, come molti, un grande sentimento di affetto per questo straordinario giocatore e ragazzo alla mano.
Credo però che ora sia il momento di capire.
Cristiano ha certamente fatto cose che hanno dell’incredibile. La sua immagine sportiva ne esce con le ossa rotte. I tifosi sono distrutti. Insomma è davvero una valle di lacrime.
E purtroppo la frittata è fatta. E, in qualche modo, va digerita.
E’ brutta proprio, ma c’è.
Leggo però in giro l’idea che Doni se ne debba andare da Bergamo e cose del genere.
Io non so se questo sarà l’esito della vicenda, se lo deciderà lui, se sarà il clima a rendere, di fatto, obbligata la cosa. Io questo non lo so.
Credo però che in questo triste, tristissimo teatro, emerga la figura di un ragazzo “debole”, che scappa dalle guardie scambiate per ladri, e lo beccano in garage. Che piange in galera, e che vuota il sacco, una volta crollata la psicologìa.
Si, va bene, chi è causa del suo mal pianga se stesso. E purtroppo su questo non ci piove.
Ma non credo che ci voglia proprio la ghigliottina totale.
A livello sportivo si. Ma la cosa avviene da sola.
Ma che addirittura, nella totalità del suo essere persona, possa essere “cacciato” dalla Città, forse io su questo aspetterei… .
Intendiamoci. Io sono uno che nello sport odia al massimo grado la scorrettezza, e sto male per queste cose. Mi ripugna ogni forma “losca” in ambito sportivo e in ogni ambito.
Ma in questo caso mi piacerebbe davvero sapere il “perchè”.
Se uno come lui, un idolo (meritatamente) è arrivato fino a questo punto, vorrei capire come, e perchè, tutto questo sia stato possibile.
Aveva bisogno di soldi per qualche motivo?
Io non penso che il suo amore per l’Atalanta fosse finto. No. Assolutamente. E credo che, su questo piano (quello dei sentimenti) i tifosi, anche in una vicenda così nera, non debbano sentirsi traditi completamente.
Il loro, tra la Curva e Doni, è stato amore vero. E questo, secondo me , non deve essere negato, perchè è comunque storia.
Lui ha mentito è vero. Li ha traditi sui fatti delle partite incriminate. Ha cercato, da colpevole, di salvarsi, mentendo in pubblico . Ma sui sentimenti…penso che non abbia mentito.
Io credo ( ma probabilmente sogno…) che se provasse a parlare, se provasse a dire PERCHE’ lo ha fatto, se ci fosse una ragione che , pur nell’impossibilità di giustificare i suoi comportamenti scriteriati, desse almeno una spiegazione a tutto questo misfatto, beh, non sarebbe male.
Io penso che i tifosi, pur distrutti, feriti e addolorati, arrabbiati , delusi, mortificati, forse, un’ ultima volta lo ascolterebbero…
Si perchè, alla fine, pur avendo offuscato definitivamente la sua luce di sportivo, Cristiano Doni è pur sempre quel ragazzo là…il “Cri”.
Non voglio smunuire le sue colpe, nè gettare acqua su un fuoco che brucia dentro.
Solo, davvero, non riesco ad odiare Cristiano.
Disprezzo i suoi comportamenti. Comprendo il dolore della gente, e mi dispiace più per loro, che per lui.
Ma allo stesso tempo credo che anche lui, ora come ora, la veda così… . La sua immagine è compromessa per sempre ,e lo sa. Ma è come se sentissi il suo dolore per la gente.
Lui lo ha provocato, e sa anche questo. Ma pur avendo tradito, ha amato e, penso, ami ancora.
Questo rende ancora più duro il tutto.
Ma credo che l’ “esilio” non sia la soluzione.
Parla Cristiano!. Racconta alla tua gente perchè ti sei ridotto così. Non ti riconquisterai la loro stima. Ma, forse, li farai stare un pò meglio di come stanno.
Ciao Cri
Luca Limoli
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