Nel tour tra le maggiori realtà sportive bergamasche, questa volta ci occupiamo del Paintball, pratica che forse ancora non tutti conoscono ma che si sta diffondendo già da parecchi anni in tutto il mondo. A Bergamo l’asd Paintball Elite School Bergamo ci racconta, come fosse un grido verso le istituzioni, ciò che se ne vuole fare veramente di questo sport: aggregare e insegnare davvero il significato di “gruppo” ai giovani, sempre più presi dalle tecnologie e dai rapporti interpersonali virtuali. Tutto questo, l’associazione lo fa scontrandosi giustappunto con la burocrazia delle istituzioni locali e non, che ce la mettono tutta per tarpare le ali ad un progetto ambizioso e che rappresenterebbe un’iniziativa per dare ossigeno ad una società che per certi versi sembra soffocare tra i fumi dell’indifferenza, della superficialità delle relazioni interpersonali e della materialità.
Julien e Luca, membri dell’associazione, stanno dando l’anima e il corpo per essa, da quando ha visto la luce nel 2009: “La nostra missione è creare una scuola di Paintball per tutti; abbiamo avuto utenti dai sei/sette anni fino agli ottanta, dando servizi di qualità finalizzati al divertimento e aggregazione. Questa è la nostra parola d’ordine: aggregazione. E quando pensiamo a questa parola è ovvio concentrarci soprattutto sui giovani. Il nostro sogno, e ciò per cui stiamo concretamente lavorando giorno dopo giorno, è entrare nelle scuole di tutta la Lombardia. Pensiamo all’istituzione di tornei tra scuole o accademie. Ci ispiriamo al modello americano, ai loro tornei tra college (come per il football) da cui prendere esempio anche qui in Italia. Nel 2010, grazie all’accordo con il Comune di Ciserano, abbiamo allestito il primo campo da Speedball che ci ha aiutato a crescere e fondare il nostro primo team professionistico del Survivor Paintball Team, che da quattro anni ormai prende parte a tornei in tutta Italia. Oggi disponiamo di due campi, uno indoor sintetico a Gorle e uno boschivo di “woodsball” a Lovere. Ogni anno organizziamo due importanti eventi come il torneo Survivor aperto a tutti i giocatori (nel campo di Lovere capace di ospitare fino a 120 giocatori e completo di tutti i servizi necessari di ristorazione grazie alla collaborazione con l’Hotel Lovere) ed il torneo RDE privato”.
In questo sport vi è sì la parte ludica per chi vuole soltanto vivere una giornata diversa, ma il prendere parte all’associazione e portare avanti il progetto diventa quasi una filosofia di vita per una pratica molto complessa e dalle regole ferree: “Ovviamente ci piace aprire questo sport a tutti coloro che vogliono sperimentare questa moderna realtà. Organizziamo compleanni, ospitiamo anche aziende che utilizzano questa pratica come formazione professionale e ci impegniamo anche nel sociale, infatti due anni fa abbiamo anche dato vita ad un torneo di beneficienza per una bambina affetta da un a grave malattia. Ma praticare questo sport in senso stretto, be’, è tutta un’altra cosa. Noi vogliamo creare un centro aggregativo, cosa che in Italia manca (dove sono finti gli oratori vissuti come un tempo?), insegnare cosa significa squadra a ragazzini di quindici anni, coesione, fatica, dedizione e spirito di sacrificio. Il Paintball è una parola che racchiude un’infinità di cose. È uno sport molto complesso e molto costoso anche. C’è un regolamento che il giocatore deve seguire alla lettera se non vuole essere escluso dal “game”. Qualsiasi tipo di contestazione all’arbitro durante il match non è assolutamente tollerata ed essere esclusi durante un match significa mancare alla squadra (composta, in campo, al massimo da cinque giocatori). Per rendere l’idea di questa rigidità vi diciamo che la gavetta per diventare un vero giocatore di Paintball inizia formandosi come arbitro, per assorbire in dettaglio tutte le regole del gioco. Così facendo acquisti punteggio in graduatoria che ti farà arrivare in squadra (tra l’altro, non esistono due federazioni differenti per giocatori e arbitri, come nel calcio, bensì ci si ritrova tutti in un unico gruppo). Nelle partite, pensate un po’, c’è un arbitro per ogni giocatore! Quindi per avere successo bisogna cooperare, le cose da fare prima durante e dopo una partita sono tante. In fase di preparazione delle sfide si impara la tattica per il singolo match. Ogni giocatore ha il suo avversario da tenere sotto tiro, in modo da coprire i compagni e così via. La tempistica durante i game è cortissima. Di solito vi sono tre tempi regolamentari e nelle pause tra un tempo e l’altro ogni giocatore autonomamente deve pensare a rifornire il suo marcatore (lo strumento adoperato per sparare appunto le paintballs), pulirsi la propria tuta dalla vernice (se dimentichi una chiazza colorata e rientri in gioco l’arbitro può vederla, pensare che sei stato colpito e quindi mandarti out!) e in tutto ciò deve essere capace di riconoscere e risolvere eventuali problemi tecnici al marcatore o alle bombola di aria compressa che si ha al seguito. All’indomani dei tornei, infine, ci si ritrova e, a freddo, si discute sugli errori e sulle cose da migliorare. Questo è lo spirito del Paintball. Ognuno fa il suo per la squadra, non esiste il singolo (proprio come nel football americano appunto). Non devono esserci alcun tipo di differenze o discriminazioni per il colore della pelle, estrazione sociale o disponibilità economica. In America, tornando ai citati tornei tra college, non dev’essere per forza il ragazzo a sborsare il denaro per entrare in squadra, ma è quest’ultima che lo sponsorizza e lo lancia. In sostanza, chi può investire bene, chi non può viene accolto comunque senza distinzioni. Non è facile, soprattutto in Italia, ma il principio è questo”.
Le difficoltà sono tante: “La burocrazia mette troppi paletti e non ci permette di decollare, anche se con le nostre forze stiamo facendo tanto. In questi anni continuiamo a rimbalzare da un Comune all’altro dell’intera regione trovando sempre porte chiuse o semiaperte. Be’, non basta. Così facendo si tarpano le ali ad una pratica che nel suo piccolo potrebbe avere grandi risultati nella società tra i giovani. Noi non condanniamo la tecnologia o la materialità delle cose, ma non dobbiamo dimenticare la centralità della nostra esistenza, ovvero le relazioni interpersonali vere, autentiche, che producono aggregazione (lo ripetiamo) e voglia di fare gruppo. Un’altra difficoltà, poi, è che non tutti vedono di buon occhio questo sport. Per ignoranza magari si può commettere l’errore di pensare al Paintball come ad uno sport dove si spara, e quindi violento. Niente di tutto questo. L’incidenza di infortuni è pari allo 0,002 per cento. È molto più probabile che giocando a calcio qualcuno in scivolata ti rompa il perone. Insomma se le istituzioni ci venissero incontro sarebbe già un grande risultato per aiutare la gente ad aprire la mente su questa realtà. Gli americani sono già pronti da un pezzo e anche l’Europa ci aspetta. Se in Italia è entrata la gioventù anche al Governo (orientamenti politici a parte), che si cerchi di dare una svolta alla società partendo dallo sport, che è e dev’essere disciplina. E parlando di disciplina, ci viene da sognare che un giorno il Paintball possa approdare anche alle Olimpiadi, ma questo è uno scoglio al momento quasi insormontabile”.
Sito web: www.paintballbergamo.it
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