“Certe cose è difficile spiegarle…” . Così esordisce Pierluigi Sirtoli, quando gli abbiamo chiesto da dove nasce la passione per la motocicletta. “Quando avevo 5 anni e vedevo sempre una MV 125 di un conoscente. Talmente ne ero affascinato che chiedevo al proprietario se potevo pulirla. Lo facevo ed era una gioia…”
Nativo di Valbrembo, ora residente a Mozzo, è molto legato al paese di origine e non manca di fare un salto, sempre e rigorosamente a bordo della sua moto.
Quando ha iniziato a guidare la prima moto?:
“Rubavo il Guzzino di mio padre Riccardo quando avevo 12 anni. 65 cc di divertimento puro. Sento ancora il rumore quando ne parlo…”
La prima moto sua sua quando?:
“A 18 anni ho comprato una Rumi 125 e mi sembrava di aver realizzato un sogno. Ed era così veramente. “
Il “Pigi” poi si è sposato e, tra una cosa e l’altra la passione per la moto è stata sospesa… . Ma, si sa, al cuor non si comanda e appena ha potuto si è subito comprato una nuova due-ruote, e da quella una lunga serie.
Prima la Yamaha FJ 1100 poi una Laverda 750 (che tiene ancora in garage…) poi la Yamaha Fzr 1000 , la Suzuki GS 550 e infine la Ducati 996.
Tutte e sempre rigorosamente sportive di razza:
“Amo quel genere di moto. La posizione racing. La potenza. La velocità. La moto per me è questo. Faccio giri di 60-70 km al massimo. Non sono un mototurista. Sono uno che ama la moto sportiva ed è sempre stato così.”
Un amore così grande da arrivare perfino in pista:
“Ho girato in pista molte volte. Cremona, Mugello, Castrezzato. Mi sto organizzando per Misano e ho un grande sogno. Girare a Monza. Conosco il tracciato a menadito e non vedo l’ora di viverlo da dentro.”
Equipaggiamento completo per il “Pigi”. Tuta, casco, stivali, paraschiena e “saponette” sulle ginocchia, per girare in tutta sicurezza.
“La pista mi dà qualcosa in più. Mi sento libero di esprimere la mia passione. Anche però lì bisogna stare attenti. Quando vai a 270 km/h devi essere concentrato. In strada è troppo pericoloso. Anche lì è bello, ma bisogna essere prudenti.”
Vista una passione così squisitamente “racing”, quali sono i Campioni preferiti?:
“Mike Hailwood in testa a tutti. Il migliore secondo me. Poi ovviamente il nostro grande Giacomo Agostini e l’altro grande Carlo Ubbiali. Bergamaschi dal talento cristallino.”
E di quelli moderni:
“Beh sicuramente Rossi. Marquez è fortissimo. Il Dovi è venuto fuori quest’anno e da ducatista sono felice per le sue vittorie. La Ducati è una gran moto. Alcuni sono ancora un po’ diffidenti. Ma io posso dire che, anche nella produzione di serie, si tratta di ottimi mezzi. Io ne sono entusiasta. E da italiano ne vado orgoglioso”.
Come mai in Italia una passione così grande per la motocicletta?:
“E’ una tradizione antica. Credo che il merito sia dei nostri marchi gloriosi e dei tecnici che abbiamo avuto e abbiamo. E’ nel nostro DNA.”.
E dove può arrivare una passione così grande?:
“Ahahaha. Non saprei. Come ho detto all’inizio, sono cose difficili da spiegare… . Però posso dire una cosa che forse può rendere l’idea. A volte a mezzanotte o l’una magari fatico ad addormentarmi. E allora cosa faccio? Vado in garage a guardare le mie moto. Sto lì anche un ora o due. Poi torno su in casa, mi metto a letto e dormo tranquillo…”.
Potere magico delle moto? Passione indomita? Amore?
Probabilmente un mix di queste cose.
Quello che è certo è che il “Pigi” se c’è da “dare il gas” lo fa senza problemi. Perché anche a 77 anni si può essere veloci. In pista come i campioni…