Il Tennis 2016 ha emesso i suoi verdetti. Nella serata, obbligatoriamente indoor complice la tregua tardiva di
Giove Pluvio, dedicata alle finali la pole position sulla scena è tutta per Oscar Magoni.
Non solo per l’eloquenza dell’affermazione, ma anche per l’avversario battuto in finale e per il numero di
allori: il neo direttore sportivo del Renate, infatti, ha liquidato con un doppio 6-1 Luca Facchetti nella
decima edizione del trofeo dedicato a papà Giacinto. Per il “Mago” si tratta così della sesta volta nell’albo
d’oro dopo i titoli 2009 e 2015 nel singolare A e del 2012 e 2013 nel tabellone per classificati a cui va
aggiunto il primo posto, sempre dello scorso anno, nel doppio misto con Francesca Vitali. E, a proposito di
doppio misto, vittoria di Andrea Schillaci con l’ex sciatrice Bibiana Perez che hanno prevalso 9-4 sul tandem
Adriano Latini-Federica Airoldi.
Amaro in bocca, invece, per l’epilogo forzato del doppio maschile: un infortunio muscolare occorso a Mario
Ielpo ha fatto saltare la sfida in famiglia Viscardi consegnando la 25ma edizione del Trofeo Achille e Cesare
Bortolotti ad Antonio (con Beppe Savoldi) ai danni di Gianluigi.
Nel singolare B – 3° Torneo Franco Morotti – “prima” per Giacomo Zenucchi che ha sconfitto 9-2
Gianfranco Testa mentre nella seconda Coppa Fondazione Credito Bergamasco, Ashe ha battuto Vilas 3-1.
Il team che ha portato in alto il nome dell”indimenticato asso americano, capitanato da Ciro Bresciani, ha
visto protagonisti Claudia Menini, Graziano Innocenti, Ezio Birolini, Giuseppe Biava, Fabio Bosatelli,
Gabriele Messina, Alessandro Monguzzi e Alessandro Vanoi.
A mettere i titoli di coda, tuttavia, non poteva che essere nuovamente Oscar Magoni che però stavolta stecca
nel doppio misto 4^ categoria con Paola Perrotta: Marco Colleoni e Paola Borghi lasciano soltanto un game,
dettando legge 6-0 6-1. La Borghi così conferma il titolo 2015 conquistato con Luca Falardi.
Domani sera, dalle ore 20, Serata di Gala presso il Polo Fieristico di via Lunga a Bergamo con quasi 500
invitati. Un record, ma niente di più che la perfetta conclusione di un’edizione decisamente da primato.