Il derby lombardo se lo aggiudica Bergamo, con una prestazione autoritaria (nel gioco e nel carattere) che vendica la sconfitta subita nella prima giornata di andata. Dopo essere rimasti a secco di punti nelle tre ultime giornate, i ragazzi di mister Pellizzoli hanno giocato esprimendo tutte le loro potenzialità, piegando una delle quattro formazioni accreditate per la promozione in A1.
ll Como Nuoto, sicuro dei propri mezzi, è sceso in vasca per vincere, ma ha dovuto arrendersi di fronte ad un Bergamo che quando vuole sa farsi rispettare….eccome!
I lariani, rispettando le previsioni, chiudevano in vantaggio per 2 goal a 1 il primo quarto, nel quale, tuttavia, dovevano prendere atto che le difficoltà sarebbero state maggiori di quelle preventivate.
Bergamo schiera alcuni atleti come Foresti, Pellizzoli, Crivelli e Mladen Delic che nella categoria possono fare la differenza, tanto è vero che i restanti tre tempi vedevano la formazione orobica annullare il gap e chiudere l’incontro con due goal di vantaggio.
Diversamente dagli ultimi match si è vista una maggiore attenzione in fase di difesa soprattutto a uomini pari con l’utilizzo, in alcuni frangenti, della zona, alternata ad un buon pressing.
Il risultato si è visto, Como non è riuscita a servire il proprio centroboa ungherese Turzai e quando lo ha fatto i difensori orobici hanno limitato i danni.
Certo, l’assenza tra le fila comasche di Lazzarini, terzo realizzatore assoluto del campionato, ha reso più agevole il compito.
Nella fase di inferiorità numerica a seguito di espulsione di un giocatore per fallo grave la squadra ha confermato la capacità di difendersi efficacemente e i numeri lo confermano. Como ha concretizzato solo una su cinque delle occasioni avute, vedendosene, quindi, neutralizzate da Bergamo ben l’ottanta per cento.
In attacco si è vista fluidità di gioco e di circolazione di palla, compatibilmente con le difficoltà dovute ad un’impostazione di gara da parte di entrambe le squadre votata ad una difesa aggressiva.
Tra i protagonisti Alessio Crivelli (nella foto), ligure di nascita ma bergamasco d’origine (il papà è di Levate), da quattro stagioni a Bergamo dopo esser stato tre volte campione di Francia con l’Olympic Nizza (‘98-‘99-‘00) e punto di forza della Rari Nantes Savona in A1.
Alessio, cosa è cambiato dalle ultime partite?
“E’ cambiato l’approccio, abbiamo avuto più sicurezza in noi. Avevamo perso fiducia nella difesa. Oggi siamo stati più attenti e lucidi”.
Sei soddisfatto quindi?
“Sì! Grande vittoria, di carattere ma anche di gioco. Specialmente in difesa. Abbiamo incassato solo 4 goal cosa molto importante per noi tenuto conto che siamo una squadra con una media realizzativa di 7-8 reti a partita. Significa portare a casa il match”.
Il tuo goal del 5 a 3 ha dato una svolta alla gara.
“Meno male! Ogni gol è importante ma questo è quello che ha indirizzato l’incontro mettendo a distanza di sicurezza gli avversari che,nonostante la reazione, restavano a meno 1. Poi ci ha pensato Sessantini a riportarci sul più due”.
La realizzazione sugli uomini in più oggi è stata difficoltosa. La causa può essere individuata anche negli gli interventi di Marco Gerini?
“Marco è il più forte portiere della A2, anche solo per il suo curriculum sportivo. In questa categoria fa la differenza. Oggi ha effettuato 4 o 5 interventi che ci hanno letteralmente strozzato in gola l’urlo del goal!”.
Perché hai scelto Bergamo dopo l’esperienza a Nizza ed a Savona?
“Conoscevo alcuni atleti bergamaschi con i quali ho condiviso esperienze in A1 che sono tornati qui e che mi hanno convinto a seguirli. La scelta è stata ottima, con questi ragazzi mi diverto e con la società ho un ottimo rapporto. E poi anch’io ho un forte legame con Bergamo…sono nato a Genova ma non scordare che mio padre è di Levate”.
Mladen Delic (nella foto insieme alla moglie e al figlio), atleta imponente 2.05 per 110 kg, è di Dubrovnik ed ha vinto scudetti con lo Jug e con il Pescara oltre ad aver conquistato con la nazionale iugoslava l’argento agli Europei del 1989.
Mladen sintetizza così la partita:
“La vittoria di oggi dà morale alla squadra, dobbiamo pensare che ogni incontro è da vincere. Siamo riusciti a gestire con calma la partita sotto l’aspetto tattico e ad esprimerci bene sotto quello tecnico. La difesa è stata attenta ed in attacco abbiamo saputo muoverci con più tranquillità attendendo il momento propizio per infilare la difesa avversaria. Fino ad ora il nostro campionato è stato caratterizzato da alti e bassi, ma siamo pur sempre una neo promossa e non possiamo lamentarci. L’obiettivo è quello di evitare i play out e sono fiducioso per i prossimi incontri”.
Sabato in vasca, tra i pali del Como Nuoto, c’era anche Marco Gerini (nella foto insieme all’ Avv.Gianluigi Cuttica, corrispondente per la Pallanuoto di bergamosportnews, oltre che ex-giocatore) e con lui anche un terzo posto ai Giochi Olimpici di Atlanta del 1996, un secondo posto ai campionati Mondiali di Barcellona 2003 ed un primo posto agli Europei di Vienna del 1995.
Marco, dopo tanti anni di grandi palcoscenici in questa stagione hai deciso di tornare a Como e disputare il campionato di A/2, qual’è il livello di questa categoria?
“Certamente può crescere. Ho verificato che la preparazione deve fare i conti con poco spazio acqua. Concedere alle società la possibilità di aumentare gli spazi nelle piscine consentirebbe di prepararsi con maggior agio soprattutto per lavorare con la palla, con vantaggi sia sotto il profilo tattico che tecnico. Credo si debba sempre cercare di migliorare, e l’unico modo è lavorare, altrimenti non sarà possibile”.
Come hai visto la partita ed in particolare la Pallanuoto Bergamo Alta?
“Buona difesa. Direi che trattandosi di una neo promossa sta facendo bene e con la vittoria di oggi si è riportata a centro classifica. Inoltre qui da voi ci sono almeno tre giocatori di ottimo livello”.
Eccezion fatta per il Brescia, che da anni milita in serie A1 e che ha vinto uno scudetto, le squadre lombarde devono colmare ancora il gap nei confronti della scuola ligure e campana?
“Il gap è ancora sensibile. Dipende dal fatto che in Liguria, per esempio, la pallanuoto è molto seguita. Quando cammini per strada gli appassionati ti riconoscono ed i ragazzi si avvicinano a questa disciplina in numero molto maggiore. Le giovanili in Liguria possono lavorare con molti più atleti e portarne parecchi in prima squadra. In Lombardia per costruire una squadra vincente bisogna ricorrere a giocatori provenienti da altrove. Brescia ha percorso questa strada per raggiungere livelli di eccellenza, ma ora i dirigenti, grazie alla collaborazione delle istituzioni cittadine e a uno sponsor che investe, sta cercando di invertire la tendenza ed ha creato una struttura adeguata per sviluppare al massimo il settore giovanile”.
Credo tu sia tornato a Como per dare un contributo alla società e farla crescere grazie all’esperienza che hai accumulato durante la tua carriera.
“Sì, il mio progetto è quello di portare la Como Nuoto ad alto livello. L’esempio è il Brescia, il programma sarebbe quello”.
Ti vedremo protagonista in A1 con il Como l’anno prossimo?
“Me lo auguro, mi sono dato 2 anni per conseguire il risultato”.
Una curiosità, tu sei nato a Roma ma come mai hai iniziato a praticare la pallanuoto a Como?
“Mio padre per motivi di lavoro si trasferì sul lago. Provai alcune discipline sportive tra cui la pallanuoto. La trovai divertente ed iniziai a giocare nelle giovanili. All’inizio giocavo come centrovasca, poi un bel giorno tutti e due i portieri si fecero male. L’allenatore dovendo scegliere chi portare tra i pali decise che dovevo andarci io. Ci presi tanto gusto che dopo un po’ mi ritrovai portiere della prima squadra”..…. e dopo qualche anno portiere della nazionale!